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ELEZIONI CDC

Maria Proia

  Elezioni cdc 
 lunedì, 2 marzo 2020

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Mi chiamo Maria Proia, sono nata a Vercelli, ma ho sempre vissuto a Roma, sino al mio ingresso in magistratura.
Dopo la laurea alla LUISS, con 110/110 e lode, ho seguito un paio di scuole di preparazione alle professioni forensi, presso l’Università LUMSA e l’Istituto Arturo Carlo Jemolo, di Roma, a seguito del superamento di una prova selettiva per titoli ed esami.
Dopo aver conseguito il titolo di avvocato, ho esercitato la professione forense presso uno studio di diritto internazionale romano, molto qualificato, che mi ha consentito di aprire gli orizzonti oltre quello strettamente nazionale.
Entrata in magistratura, ho esercitato le funzioni come P.M. a Palermo, fino al 2006, occupandomi di reati comuni e di responsabilità professionale dei medici, e, come magistrato distrettuale requirente a Parma, per un breve periodo nell’anno 2007.
Successivamente, mi sono trasferita a Milano, dove ho svolto le funzioni di magistrato distrettuale giudicante, venendo in contatto con diverse realtà, come il Tribunale per i Minorenni di Milano, dove ho esercitato le funzioni di g.i.p./ g.u.p., quello di Rho, dove mi sono occupata del dibattimento penale, e presso i tribunali di Como, Lodi e Varese, dove ho svolto le funzioni di giudice civile.
Da quasi dieci anni, svolgo le funzioni di g.i.p./Gup presso il Tribunale di Avezzano, esperienza che mi ha consentito di ritrovare le mie origini abruzzesi e di scoprire la realtà della vita di provincia.
Questa esperienza, così variegata, mi ha consentito di toccare con mano diverse realtà giudiziarie, sia in piccoli centri che in grandi città, ed i problemi più gravi dai quali sono quasi tutte afflitte, come i carichi di lavoro, le gravi scoperture di organico, sia del personale che dei magistrati, ed il continuo turn over di questi ultimi, che hanno  ripercussioni non indifferenti sull’andamento dei processi.
Mi sono resa conto, quindi, di quanto sia importante la questione del benessere organizzativo in generale, alla quale si ricollegano altri temi, quali la malattia, i congedi parentali, i carichi di lavoro, l’età pensionabile e l’edilizia giudiziaria, che segnano la vita di ognuno di noi ed il nostro impegno quotidiano.
Ritengo che occorra contrastare con fermezza proposte iniziative di riforma, puramente demagogiche, che, senza risolvere in alcun modo i gravi problemi che affliggono la giustizia italiana, scarichino sul singolo magistrato le inefficienze del sistema, attraverso sanzioni disciplinari a carico dei magistrati.
Non ho mai fatto politica associativa, sino a quando, a seguito dei gravi fatti della scorsa primavera, ho partecipato con interesse ed impegno agli incontri di M.I., corrente nella quale mi sono riconosciuta, anche grazie alla partecipazione di vecchie conoscenze, compagni di università e colleghi della pratica forense.
Tra l’altro, nessun collega si era candidato per la regione Abruzzo  e, per questo, mi sono sentita sollecitata ad un impegno maggiore nell’interesse di tutta la categoria.
Credo che sia necessario riconoscere il valore della vita associativa, riscoprendo, però, il nostro codice etico, con particolare riferimento alle norme che riguardano l’indipendenza, l’imparzialità e la correttezza del magistrato, come gli artt. 8 e 10.
Ritengo, altresì, che le correnti costituiscono un importante luogo di aggregazione e confronto. Tuttavia, è opportuno rappresentare e difendere le idee di ciascuno, sia come singolo che come gruppo,  senza vedere negli altri antagonisti da combattere, in una prospettiva unilaterale, ma cercando soluzioni condivise in un’ottica trasversale, che stimoli il confronto nella ricerca del bene comune.

 
 
 
 
 
 

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