Salvatore Casciaro

La mia esperienza professionale
Sono nato nel 1966 e nel settembre 1992 sono entrato in magistratura.
In ambito penale, sono stato pretore e poi (in applicazione) giudice al tribunale del riesame a Bari e giudice al tribunale di Matera.
Tuttavia è in ambito civile che ho prestato servizio più a lungo, inizialmente nella città di Taranto, poi a Bari e, infine, a Roma.
Ho spaziato nei più diversi settori, dei quali ho di volta in volta apprezzato le peculiarità con rinnovato interesse e dedizione.
Mi sono occupato, tra l’altro, di diritto di famiglia, successioni, bancario, societario e fallimentare, protezione internazionale al momento dell’istituzione delle sezioni specializzate, e, ora, della materia del lavoro presso la corte d’appello di Roma.
Mi sono impegnato nell’ambito della formazione, per gli stagisti e per i magistrati, anche in tirocinio, sia come magistrato collaboratore che come relatore ai corsi organizzati dalla SSM, ma anche dedicandomi agli studenti della scuola di specializzazione per le professioni legali, dove ho assunto incarichi di docenza in diritto civile e processuale civile.
Ho approfondito, con pubblicazioni e con relazioni a convegni o incontri di studio cui ho preso parte, questioni controverse.
La mia vita privata
Sono sposato e ho due figli, entrambi laureati, e vado fiero di come si impegnano per costruire il loro futuro, guardando con curiosità al mondo.
Le mie esperienze associative
Alla vita associativa mi dedico da anni. Sono stato presidente della Ges ANM di Bari: una giunta unitaria che lavorò in armonia su più fronti, riuscendo ad ottenere dal Ministro della Giustizia dell’epoca, grazie ad un’analisi statistica comparata di uffici giudiziari omogenei, un aumento della pianta organica dei magistrati del distretto barese. Sono stato segretario distrettuale di MI Bari e ora sono nel direttivo nazionale del gruppo come responsabile per la Comunicazione.
Le mie idee associative
Sappiamo quanta cura e dedizione occorra nel lavoro di ogni giorno, ma la giustizia non è solo questione di codici e di procedure e il magistrato non può restare isolato dalla realtà che lo circonda. Per questo credo fermamente nel valore dell’associazionismo: luogo di confronto tra diverse idee sulla giurisdizione e sul modo di intendere il ruolo di magistrato, i suoi rapporti con le istituzioni e la società civile.
Nel rispetto delle diverse sensibilità associative, il nostro non può che essere un gioco di squadra; dovremmo essere consapevoli di ciò che ci unisce, in fondo affrontiamo ogni giorno gli stessi problemi e difficoltà e ci adoperiamo per rendere un servizio di qualità ai cittadini.
Chi mi conosce sa che non esiterei un attimo a difendere un collega da un attacco ingiusto, e ciò al di là delle sue appartenenze associative.
Salvatore Casciaro