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Comma 22 ,ovvero come si eludono le sentenze della Corte Costituzionale

 giovedì, 17 ottobre 2013

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di Aldo Morgigni Segretario sindacale di MI

Nel 1961 venne pubblicato Nel 1961 venne pubblicato Catch 22 (letteralmente "Inganno 22", ma tradotto in italiano come "Comma 22"), un romanzo dello scrittore newyorkese Joseph Heller che denunciava le assurdità della guerra e delle sue presunte regole con il sistema del "paradosso del mentitore", ossia la famosa frase di Epimenide di Creta: "tutti i cretesi sono bugiardi".

Nel romanzo il concetto veniva reso con il famoso comma 22 del regolamento dell'aviazione militare americana, secondo il quale "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo" (come spiega ironicamente lo psichiatra militare "Doc" Daneeka al protagonista che, con gravi patologie psichiatriche, chiede di essere esentato dal volo: "Anyone who wants to get out of combat duty isn't really crazy.").

La digressione (che spero mi perdonerete) potrebbe essere illustrata così: "per fare dichiarare illegittima la legge bisogna vincere una causa davanti alla corte costituzionale, ma se si vince la causa poi viene approvata un'altra legge peggiore di quella incostituzionale".

Come tutti sappiamo il famigerato blocco dell'adeguamento dei nostri stipendi, dichiarato illegittimo dalla sentenza 223/2012 della corte costituzionale, era contenuto nel "comma 22" dell'art. 9 D.L. 78/2010. Ho più volte segnalato che la dichiarazione di illegittimità di questo comma non ci poneva al riparo dal blocco degli stipendi, poiché con il ripristino dell'ordinario sistema di adeguamento triennale avremmo ripreso a seguire le nefaste sorti del pubblico impiego, completamente bloccato a livello contrattuale dal 2010. Ho anche precisato, a fronte di eccessivo ottimismo per la liquidazione degli arretrati 2011, 2013 e 2014, che il saldo negativo per il 2012 (-0,67%) costituiva un precedente pericolosissimo, perché nel 2015 ci sarà un saldo negativo del -3,24%, dovuto all'estensione del blocco al 2014.

Adesso il blocco dei contratti del pubblico impiego viene prorogato a tutto il 2014 dalla nuova "manovra economica", con l'aggravante che non verrà corrisposta nemmeno l'indennità di "vacanza contrattuale", cioè un ristoro del mancato aumento contrattuale (che serve a tenere il passo con il costo della vita). Avevo indicato un metodo interpretativo dell'art. 24 L. n. 448/1998 che ci ponesse al riparo, se non dal mancato adeguamento, almeno dal decremento prossimo venturo, passando dagli anticipi sul triennio agli anticipi anno per anno, in modo tale di evitare - come accadrà nel 2015 - di restituire gli incrementi 2013/2014, ossia circa 3000/4000 euro lordi in media.

In assenza di iniziative sul punto, siamo al paradosso del "comma 22" che, anche se abrogato, rivive nei suoi effetti ancora più onerosi, grazie al "nostro" miope disinteresse per la questione e all'ingiusta protrazione di sacrifici richiesta dalla politica solo ai dipendenti pubblici, colpiti in modo ormai strutturale e "a prescindere".

Intanto i sindacati minacciano uno sciopero e ulteriori iniziative a tutela dei lavoratori pubblici. Ancora una volta, temo, l'ultima parola toccherà alla corte costituzionale, che ha già ripetutamente ribadito che il blocco, sostanzialmente sine die, delle retribuzioni del solo settore pubblico non è consentito, trattandosi di una misura di natura sostanzialmente tributaria e relativa solo ad una categoria di contribuenti. Personalmente ritengo che, nelle forme appropriate, dovremmo seguire con attenzione la questione.

In calce trovate una scheda del nuovo salasso. La cosa singolare è che i burocrati economici che tengono in pugno la politica (di fatto la manovra è gestita dagli staff ministeriali e non è più oggetto di revisione critica in sede politica da anni), hanno dato l'ennesimo schiaffo in faccia alla corte costituzionale (come nel caso del 2,5%) reintroducendo il "contributo di solidarietà" sulle pensioni appena dichiarato illegittimo, con motivazioni la cui eterea consistenza ciascuno potrà valutare. La bozza in calce è provvisoria e va aggiornata con il testo approvato poche ore fa (che magari potrebbe essere fornito, se aggiornato, dagli iscritti alla ML che ne avessero una copia, essendo un testo in parte già divulgato dalla stampa). La bozza che allego proviene dalla testata online "Leggi oggi"

Aldo Morgigni

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Blocco dei contratti della pubblica amministrazione
 

Il blocco dei contratti nel pubblico impiego relativo al triennio 2010-2013 viene esteso fino al 31 dicembre 2014, anche per il personale del servizio sanitario nazionale. Per i dipendenti pubblici è previsto un taglio degli straordinari del 10% rispetto ai livelli del 2013, misura che per militari, polizia e vigili del fuoco è ridotta al 5%.

Sparisce il "trascinamento" non ci sarà più, infatti, il divieto della reformatio in peius dei trattamenti economici, che valeva dal D.P.R. 3/1957. In pratica, in caso di passaggio da un’amministrazione a un’altra o da un ufficio a un altro, il dipendente pubblico non conserverà più in automatico lo stipendio di origine se la per la nuova qualifica è prevista una retribuzione inferiore.


Assunzioni e proroga magistrati onorari
 

Autorizzata l'assunzione di magistrati ordinari e prorogati di due anni i magistrati onorari in scadenza. Viene anche aumentata a €. 15 la misura del contributo per partecipare al concorso in magistratura, con un'iniziativa che di fatto consente di finanziare lo svolgimento del prossimo concorso


Pensioni
 

Le pensioni verranno rivalutate del 100% fino a 1.500 euro; del 90% fino a 2.000 euro. Per quelle tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà del 50%, oltre tale soglia verranno bloccate. Arriva nuovamente il contributo di solidarietà per le pensioni: a decorrere dal 2014 e per un periodo di tre anni, sugli importi dei trattamenti pensionistici superiori a 100.000 euro lordi annui, sarà dovuto un contributo pari al 5 per cento (della parte eccedente i 100 mila) fino a 150.000 euro. Il contributo salirà al 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro e al 15 per cento per la parte eccedente 200.000 euro.  Niente pensione di accompagnamento per chi guadagna più di 40.000 euro l’anno di reddito personale.

 

 
 
 
 
 
 
 

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