Nel 1982 la CBM lanciava il PC più venduto della storia: il Commodore
64. Molti lo ricordano con nostalgia perchè era anche un'ottima
consolle per videogames. Si basava su un architettura elementare: 64
Kb di RAM (oggi la media è 1 GB di RAM, 1450 volte in più).
Possiamo rivivere la sensazione di 30 anni fa recandoci in ufficio.
Dopo l'accensione (5 minuti) di un hardware obsoleto, apriamo RE.GE.
"et voilà": ecco la stessa grafica del Commodore 64. E soprattutto la
stessa lentezza, le stesse inefficienze e gli stessi periodici blocchi
del sistema. Grazie alle risorse stranziate dal legislatore per la
giustizia e all'ottimo uso che ne fa l'amministrazione giudiziaria.
Da stamattina un'altra novità.
Oltre al blocco totale da tre giorni del sito
www.italgiure.giustizia.it è impossibile accedere anche al sito
http://postaweb.giustizia.it, per leggere da internet la posta della
propria casella istituzionale "nome.cognome@giustizia.it". Smantellare
il "vecchio" CED ha reso inefficiente Italgiure e ci costringe ad
acquistare a nostre spese le riviste private per consultare la
giurisprudenza. Bloccare la posta aumenta il volume di trafico delle
mail sui server privati.
Il blocco per poche ore di un sito di servizi e posta di una grande
azienda (il ministero della giustizia ha un "budget" annuo di 7
miliardi di euro) causa una perdita di centinaia di migliaia di euro,
perchè abbatte la produttività. Un blocco di oltre tre giorni è il
fallimento.
L'evento è ignorato completamente dai mass media. E' solo un
"aperitivo" rispetto a quanto accadrà con la centralizzazione delle
intercettazioni.
E' urgente un intervento immediato dell'ANM
Le rassicurazioni fornite pochi mesi fa sul funzionamento di Italgiure
erano solo parole, mentre si sono avverati i timori dei colleghi che
avevano previsto quanto sta accadendo.
Aldo Morgigni