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DOCUMENTO DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE SUI PREANNUNCIATI TAGLI STIPENDIALI

 giovedì, 27 marzo 2014

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Rispettare la sentenza 223 del 2012

DOCUMENTO DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE SUI PREANNUNCIATI TAGLI STIPENDIALI

Con riguardo agli annunciati interventi legislativi aventi ad oggetto il taglio delle retribuzioni dei Magistrati, Magistratura indipendente ritiene inaccettabile ogni misura che incida sul meccanismo di adeguamento automatico del trattamento economico caratterizzato dalla garanzia di un aumento periodico della retribuzione senza necessità di contrattazione con il Governo.

Infatti, secondo una univoca giurisprudenza costituzionale - ribadita dalla Corte poco più di un anno fa con la sentenza n.223 del 2012, che ha dichiarato contrario alla Costituzione un intervento normativo analogo a quello preannunciato da alcuni rappresentanti del Governo Renzi - il sistema di adeguamento automatico degli stipendi dei Magistrati è caratterizzato dalla garanzia di un aumento periodico delle retribuzioni, che viene assicurato per legge, sulla base di un meccanismo che costituisce un «elemento intrinseco della struttura delle retribuzioni» la cui ratio consiste nella «attuazione del precetto costituzionale dell’indipendenza dei Magistrati stessi, che va salvaguardato anche sotto il profilo economico evitando tra l’altro che essi siano soggetti a periodiche rivendicazioni nei confronti di altri poteri".

Pertanto, con l'attuale meccanismo di adeguamento automatico del trattamento economico dei magistrati, che alcuni rappresentanti del Governo Renzi annunciano di voler demolire, la legge ha messo al riparo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura da qualsiasi forma di interferenza, soprattutto dal potere esecutivo che potesse, sia pure potenzialmente, menomare tale funzione, attraverso una dialettica contrattualistica.

L’eccezionalità della situazione economica che lo Stato deve affrontare certamente consente al legislatore anche il ricorso a strumenti eccezionali. Tuttavia, è compito dello Stato garantire, anche in queste condizioni, il rispetto dei principi fondamentali previsti dalla Costituzione, la quale, certo, non è indifferente alla realtà economica e finanziaria del paese, ma con altrettanta certezza non può consentire deroghe al ben più importante principio di separazione dei poteri, attraverso interventi che limitino l'indipendenza e l'autonomia della Magistratura.

L'automatismo retributivo previsto dalla legge ha consentito alla Magistratura di garantire l'applicazione della legge nel nostro paese anche nei confronti delle sue massime Autorità istituzionali dalle quali non si è mai fatta condizionare nella difesa del principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla applicazione della legge, anche di quelli più potenti.

Ad ogni buon fine, non può non sottolinearsi che qualunque intervento normativo demolitivo dell'automatismo stipendiale dei Magistrati non provocherebbe che un momentaneo e modesto risparmio - atteso che non potrebbe non essere oggetto di censura di incostituzionalità - con conseguente obbligo di restituzione di quanto indebitamente prelevato, peraltro maggiorato degli interessi legali.

Nel richiamare, pertanto, il rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri costituzionalmente rilevanti auspica che il Ministro della Giustizia incontri con urgenza i rappresentanti della Magistratura Associata al fine di chiarire le reali intenzioni del Governo in merito ai tagli stipendiali annunciati a mezzo stampa da alcuni suoi rappresentanti.


      Lorenzo Pontecorvo                                                                                    Stefano Schirò
      Segretario Generale                                                                                        Presidente

 
 
 
 
 
 
 

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