ultimo aggiornamento
lunedì, 31 marzo 2025 23:45

ELEZIONI DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO 6/7 aprile 2025

PROGRAMMA DELLA LISTA DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE

Nei giorni 6/7 aprile 2025 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Giudiziario.
Le attuali competenze del Consiglio Giudiziario, per effetto della riforma Cartabia, lo rendono ancora più organo di governo autonomo della magistratura, sia pure decentrato e territoriale, in grado di contribuire, attraverso la vigilanza ed il controllo sugli assetti organizzativi e tabellari degli Uffici giudiziari, all’esercizio indipendente ed efficiente della giurisdizione.
L’attività svolta dal Consiglio Giudiziario, potenziato nelle sue competenze, ha dimostrato che occorre lavorare nella direzione di una organizzazione più
moderna e adeguata degli uffici giudiziari, con metodo trasparente e capace di tutelare realmente l'indipendenza interna ed esterna dei magistrati.

A tal fine Magistratura Indipendente ha aperto a candidature espresse da colleghi indipendenti, come concreto segnale di attenzione a sensibilità
esterne e di valorizzazione delle stesse.

CANDIDATI FASCIA GIUDICANTE

Monica MARINO; Emanuela LO PRESTI; Giuseppe D’AGOSTINO
 

CANDIDATI FASCIA REQUIRENTE

Anita SILIOTTI; Veronica DE TONI
 

 
 
Per la realizzazione di questi obiettivi, riteniamo doveroso indicare, con la massima chiarezza e trasparenza, una serie di punti programmatici – elaborati con la Segreteria collegiale distrettuale di Magistratura Indipendente - ai quali si ispirerà la nostra attività nel prossimo Consiglio Giudiziario.
VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITA’

Scrupolo ed attenzione nella disamina degli elementi concreti (rapporto del Dirigente dell’Ufficio, autorelazione, provvedimenti e verbali di udienza prelevati a campione, documentazione allegata spontaneamente, statistiche comparate, dati emergenti dal fascicolo personale) posti all’attenzione del C.G. per le valutazioni di professionalità, espletando, di fronte a dati scarni e nebulosi, ulteriori verifiche, attraverso acquisizione di elementi più puntuali che consentano di esprimere, in ordine a tutti i parametri indicati dalla circolare di riferimento, un parere aderente alla realtà, che tenga, dunque, conto della qualità e quantità del lavoro svolto dal collega ma anche (e soprattutto) delle condizioni particolari dell’ufficio di appartenenza. Sul punto saranno di notevole ausilio i dati forniti dal magistrato in valutazione nella propria relazione, ma anche l’invito al Dirigente di avvalersi, nella redazione del rapporto, di informazioni più puntuali fornitegli dal Presidente della Sezione cui è assegnato il collega.
In ogni caso, nell’esprimere i pareri relativi alla professionalità dei colleghi per le periodiche valutazioni, pur nella doverosa presa in considerazione dei dati a conoscenza diretta di taluno dei componenti del Consiglio Giudiziario, si dovrà essere rigorosi nella verifica dell’effettiva sussistenza dei medesimi dati, attraverso un’integrazione istruttoria, comunicata all’interessato che ha facoltà di essere sentito e di dedurre elementi di segno diverso, in conformità a quanto previsto dalle vigenti circolari.
Le valutazioni di professionalità devono essere effettuate non già mediante la redazione di pareri omologati, secondo clausole di stile che appiattiscono al ribasso le professionalità dei colleghi, ma esaltando la professionalità specifica di ciascun Magistrato del distretto, anche attribuendo maggiore rilievo alle autorelazioni dei singoli colleghi in valutazione; tale approccio è ancor più importante se si tiene conto dell’importanza che il giudizio sulla capacità assume anche in ottica dei futuri incarichi dirigenziali; è infatti, prevista una scala di giudizi formulata attualmente su 4 parametri.


IL TEMA DEI RITARDI

A tutti è nota la comunicazione del CSM pervenuta il 20.3.2025 ai Presidenti delle Corti d’Appello (e a cascata Dirigenti degli Uffici Giudiziari e ai componenti degli stessi Consigli Giudiziari) sul tema dei ritardi nei depositi dei provvedimenti e della loro interferenza sulle valutazioni di professionalità; è evidente, allora, che occorrerà un grande sforzo (prima dei Dirigenti e poi) dei componenti del Consiglio Giudiziario al fine adattare la singola valutazione di professionalità al contesto lavorativo del singolo magistrato; in altri termini, sarà compito dei nuovi componenti del Consiglio Giudiziario spingersi oltre il dato formale per valorizzare la professionalità dei magistrati che operano in contesti di grande sofferenza cagionata dalla mole delle sopravvenienze e dalla consistenza dell’arretrato non cagionato da loro ma dalla carenza di risorse.
I candidati di M.I. si impegnano a tener conto, in relazione ai parametri di valutazione, dei carichi e delle condizioni di lavoro del singolo magistrato, elementi che, inevitabilmente, incidono sulla produttività individuale e sui tempi dei depositi dei provvedimenti.


VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITA’ E DISICPLINARE

Un aspetto assolutamente nodale è quello del rapporto tra valutazione di professionalità e disciplinare. Si tratta di fattispecie diverse per natura, finalità e conseguenze, ma il rischio concreto da evitare è quello di una sovrapposizione degli esiti dei due giudizi, per evitare che il collega sia di fatto sanzionato due volte per il medesimo episodio.
Magistratura Indipendente ribadisce l’esigenza di escludere impropri automatismi tra valutazioni di professionalità e condanne disciplinari, specie ovi si tratti di condanne per tardivo deposito di sentenze che, nella maggior parte dei casi, colpiscono proprio i magistrati con maggiore capacità di definizione dei processi pendenti.


VALUTAZIONE DEI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI

Nella valutazione dei direttivi e dei semidirettivi, anche alla luce della nuova circolare sulla dirigenza, si dovrà tenere prevalentemente conto delle capacità professionali e organizzative, rese evidenti, da una corretta utilizzazione delle pur scarse risorse a disposizione, da un'equa distribuzione dei ruoli, da un’attenta gestione dei flussi, da una ponderata valutazione qualitativa e quantitativa dei carichi di lavoro dell’ufficio che consenta di verificare l’effettivo rispetto dei carichi esigibili, dall’esito dei progetti organizzativi e> dall’approvazione, per i dirigenti, dei progetti tabellari e loro variazioni.
In particolare, con riferimento a quest’ultimo aspetto si dovrà valorizzare la capacità del dirigente di intraprendere percorsi partecipativi, di ascolto e di coinvolgimento dei magistrati del proprio ufficio nell’elaborazione dei progetti organizzativi e delle tabelle.


ESAME DELLE TABELLE DEGLI UFFICI GIUDIZIARI

Nei pareri inerenti ai progetti tabellari occorre verificare che nella redazione degli stessi da parte del Dirigente vi sia stato un sostanziale coinvolgimento dei magistrati dell'ufficio, una descrizione aderente alle reali situazioni degli uffici, un concreto recepimento dei pareri preventivi resi dalla Commissione Flussi - che prendono in considerazione i carichi di lavoro specifici di ogni ufficio - una intellegibile individuazione dei carichi esigibili, indicando la misura degli stessi, al di là della quale risulta difficile pretendere dai magistrati non solo di tenere alto il livello qualitativo, ma anche di rispondere adeguatamente in termini temporali e quantitativi alla domanda di giustizia.
Un’attenzione particolare va dedicata anche al tema del benessere organizzativo, nonché al ruolo, nelle procedure di variazione tabellare, svolto dal Comitato Pari Opportunità (titolo IV della circolare)


TUTELA DELL’AUTONOMIA DEL P.M. E ORGANIZZAZIONE
TRASPARENTE ED EFFICIENTE DEGLI UFFICI DI PROCURA

Magistratura Indipendente ritiene necessario che la direzione degli Uffici di Procura venga esercitata, coniugando l’uniformità dell’azione penale con il rispetto dell’autonomia professionale e dell’indipendenza del singolo magistrato.
Il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale deve essere declinato attraverso il rispetto della qualità della giurisdizione, sicché tendenzialmente il Consiglio Giudiziario deve essere particolarmente vigile sui progetti organizzativi adottati dai Procuratori della Repubblica, al fine di scongiurare il rischio di esercizi di autoreferenzialità dei dirigenti degli uffici e di rispetto esclusivamente formale delle circolari consiliari (ad es. mera convocazione di assemblee dell’ufficio, utilizzate come strumento di ratifica di decisioni assunte unilateralmente e non basate sulle effettive esigenze dei magistrati).
A tal fine – appare opportuno precisare – il prossimo Consiglio Giudiziario viene chiamato ad esprimere il parere sui progetti organizzativi degli Uffici di Procura, redatti in base alla recente circolare consiliare del 2024, che ha esaltato il principio della partecipazione dei sostituti al momento decisionale programmatico dell’assetto organizzativo della Procura; sicché è a questa partecipazione effettiva dei sostituti che il Consiglio Giudiziario deve guardare, attribuendo rilevanza, certamente, al documento organizzativo, ma anche ai verbali delle riunioni dell’ufficio ovvero di singole unità di lavoro.
In una logica basata esclusivamente sui numeri: la produttività dei pubblici ministeri si fonda su di una serie di “cifre” non solo palesi, ma anche e soprattutto oscure (si pensi a tutto il tempo impiegato per dare istruzioni alla polizia giudiziaria
ovvero per procedere all’interrogatorio). La valorizzazione delle professionalità
dei sostituti procuratori e dei procuratori aggiunti deve essere uno dei criteri di guida in sede di formulazione del parere da parte del Consiglio giudiziario sul programma organizzativo adottato dal Procuratore della Repubblica, posto che la capacità organizzativa del dirigente dell’Ufficio si misura anche dal modo in cui egli è in grado di programmare ed organizzare il lavoro degli altri, semplificandolo e non già rendendolo complesso. In quest’ottica, il Consiglio Giudiziario deve periodicamente disporre verifiche sui risultati raggiunti all’interno degli Uffici di Procura, proprio al fine di controllare la validità e l’efficacia del programma organizzativo, in ragione degli obiettivi da perseguire indicati nel medesimo progetto organizzativo. A tal fine, fonti informative potranno essere costituite anche dai magistrati referenti per l’informatica (MAG.RIF. e RID).
Sin da ora appare, tuttavia, necessario che l’organo distrettuale vigili sulla corretta attuazione dei seguenti principi: 1) massima trasparenza e automatismo nell’assegnazione degli affari, mediante la predeterminazione di criteri oggettivi di distribuzione; 2) rispetto dei criteri previsti nel progetto organizzativo, nei casi di auto assegnazione o co-assegnazione di affari, da parte del procuratore o di assegnazione di affari a singoli sostituti, in deroga ai criteri automatici previsti nei progetti organizzativi; 3) ove la Procura sia suddivisa in gruppi di lavoro specializzati, previsione, nel progetto organizzativo, dei criteri di assegnazione dei sostituti alle sezioni specializzate e criteri di mobilità interna fondati sulla esperienza specifica acquisita e sui risultati raggiunti in sede giurisdizionale delle ipotesi accusatorie; 4) rispetto dei criteri previsti nel progetto organizzativo in ordine alla distribuzione dei compiti amministrativi e di coordinamento investigativo fra i procuratori aggiunti, la cui attribuzione sia ispirata ai principi della meritevolezza, sulla base della esperienza acquisita e dei risultati raggiunti; 5) obbligo di rigorosa motivazione dei provvedimenti del procuratore di revoca della delega originariamente assegnata ad un sostituto; 6) divieto di direttive specifiche, da parte del Procuratore o dei Procuratori aggiunti, per la conduzione delle indagini nell’ambito del singolo procedimento; 7) rispetto della corretta distribuzione dei carichi di lavoro fra i sostituti, tendo conto della percentuale degli esoneri nei casi previsti e delle misure compensative legate alle esigenze del benessere organizzativo; 8) rispetto dei criteri di assegnazione dei carichi di lavoro ai magistrati nuova nomina, secondo quanto previsto dalla recente circolare consiliare; 9) verifica della collaborazione fra Procuratore della Repubblica e Presidente del Tribunale per la corretta ed efficace gestione di ruoli dibattimentali, anche nel rapporto con l’avvocatura (magari qui occorre precisare), attraverso riunioni periodiche.


LA VIGILANZA SULLE TABELLE FERIALI

È ferma intenzione dei candidati di Magistratura Indipendente vigilare sui progetti feriali affinché gli stessi garantiscano l’effettività delle ferie dei magistrati, rispettando le regole impartite dal CSM sulla previsione dei cd periodi “cuscinetto”.
Il rispetto di tutti i principi soprarichiamati contribuirà a rendere il Consiglio Giudiziario un effettivo luogo di tutela e di garanzia della professionalità, della dignità e dell’indipendenza esterna e interna di tutti i Magistrati del distretto.


INCARICHI EXTRAGIUDIZARI

Quanto al tema degli incarichi extragiudiziari, i pareri dovranno orientarsi tenendo ben presente la necessità della loro compatibilità con la funzione giudiziale e della loro stretta connessione con la funzione svolta, in modo da assurgere a momento di accrescimento della professionalità del magistrato. È giusto che le energie che vengono profuse in attività diverse da quelle giudiziarie e, pertanto, sottratte all’esercizio della funzione, costituiscano per la categoria un investimento in termini di professionalità e arricchimento dell’esperienza, senza mai snaturare l’essenza della giurisdizione, la sua indipendenza ed il suo prestigio.
Con riferimento al valore ponderale da riconoscere, in tema di valutazioni di professionalità, agli incarichi extragiudiziari (non solo a quello di componente delle commissioni tributarie), all’attività scientifica e di formazione svolta dal magistrato, si dovrà tenere sempre presente la specificità degli stessi, la loro attinenza al ruolo ricoperto e, soprattutto, l’incidenza sulla produttività del magistrato.
I Candidati di Magistratura Indipendente si impegnano ad interpretare ed attuare la circolare sugli incarichi extragiudiziari secondo l’approccio liberale che ha da sempre contraddistinto la corrente e secondo la direttrice costituzionale della libertà di ricerca e di insegnamento.
In ogni caso non si ritiene che possano costituire titoli preferenziali rispetto alla sola attività giudiziaria, quando la stessa risulta svolta con impegno, laboriosità e notevole professionalità per i pareri resi in ordine alla idoneità al conferimento di uffici direttivi o semidirettivi, per i quali occorre avere prevalentemente riguardo alla concreta capacità di organizzare e programmare l’attività, alla effettiva indipendenza dimostrata nell’esercizio delle funzioni, al prestigio acquisito ed alla disponibilità al confronto e al dialogo.

 

 
 
 
 
 
 

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