Sono Giulio Corsini, ho 46 anni e mi sono laureato presso la facoltà di giurisprudenza di Palermo. Sono in magistratura dal 2007 e ho svolto sempre funzioni giudicanti. Dapprima al Tribunale di Caltanissetta presso la sezione unica civile e dal 2013 al Tribunale di Palermo presso la Prima Sezione Civile. Questa Sezione si occupa della materia della famiglia ed è anche la Sezione Specializzata in materia di Immigrazione, Protezione Internazionale e Libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea.
Mi sono occupato nel tempo di diverse materie: civile in generale, diritti reali, responsabilità civile, successioni, bancario, societario, e in particolare, da ultimo, famiglia e protezione internazionale. Inoltre, ho una passione particolare per l’informatica giudiziaria, tanto da essere stato nominato magistrato di riferimento per l’informatica nel settore civile in entrambi i Tribunali dove ho prestato servizio.
Sin dall’inizio della mia carriera, ho costantemente collaborato nella formazione dei tirocinanti e dei giovani magistrati, sia come affidatario che come giudice coordinatore.
Ho svolto il ruolo di docente di diritto civile presso la Scuola di Specializzazione per le professionali legali, di diritto internazionale privato e ho anche partecipato a numerosi incontri di formazione e convegni come relatore anche per la Scuola Superiore della Magistratura e per la formazione decentrata.
Quanto all’attività associativa, dal novembre del 2017 sono componente della G.E.S. dell’Anm del Distretto di Palermo essendo stato eletto per il gruppo di Magistratura Indipendente.
Ho accettato con entusiasmo la candidatura del gruppo per il Comitato Direttivo Centrale perché sono scontento dell’attività associativa nazionale di questi ultimi anni che non ha saputo rappresentare adeguatamente la magistratura, né difendere i singoli magistrati dai numerosi attacchi subìti, nonostante l’impegno quotidiano e l’abnegazione dei più.
E’ stato svilito il nostro lavoro quotidiano, la dignità della nostra professione e il delicato servizio che prestiamo per i cittadini.
Tra le riforme punitive già adottate e quelle prospettate, “ben altri” sono stati gli argomenti di cui l’associazionismo si è occupato, con risultati a dir poco modesti se non addirittura controproducenti.
Sono convinto che un cambio di rotta è doveroso ed è ancora possibile, e per questo è fondamentale l’apporto di un gruppo di magistrati che siano disposti ad impegnarsi nella vita associativa in prima persona, con umiltà e voglia di fare.
E ciò naturalmente nell’interesse di tutti i magistrati, i quali devono potere confidare in una loro associazione autorevole, rappresentativa di tutti, e capace di interpretare e tutelare i bisogni veramente essenziali del nostro lavoro.
