Tale è una delle implacabili frequenti risposte dell’annoiato addetto informatico di turno al magistrato o al collaboratore che, dopo un ticket che attende da giorni, dopo essere stato rimpallato da un numero verde ad un altro per ore, osi chiedere sommessamente la possibilità di adeguare il Sistema Telematico al codice di procedura: “Il Sistema non lo prevede”.
Ed allora ci si prova: è tutto un arrovellarsi su ogni possibile marchingegno che consenta al Sistema di piegarsi al diritto. Il caso giudiziario passa in secondo piano, perché non serve giudicare, se poi il Sistema non carica il decisum.
Eppure i magistrati vanno avanti, nonostante all’interno degli uffici le dotazioni informatiche restino obsolete e prive di adeguata e rapida manutenzione; nonostante la beffa di un Sistema che non consente di utilizzare il più performante PC personale.
E quando pure ci si piega, arriva l’ennesima, programmata interruzione dei sistemi SICID, SIECIC, SIGP, CONSOLLE del MAGISTRATO, CONSOLLE PM, CONSOLLE UDIENZA, CONSOLLE DI AMMINISTRAZIONE, GL-PEC, BEA-RD, REGINDE, PORTALE DEI SERVIZI TELEMATICI, PORTALE delle VENDITE PUBBLICHE.
Questa volta, l’interruzione è prevista presumibilmente fino a lunedì 17 maggio ore 8.00.
Controllando le precedenti interruzioni programmate, i sistemi del civile, per parlare del solo 2021, sono stati interrotti: dall'8 all'11 gennaio, dal 15 al 18 gennaio, il 19 gennaio, dal 12 al 15 febbraio, dal 19 al 22 febbraio, dal 26 al 29 marzo, il 30 aprile, dal 14 al 17 Maggio.
Per complessivi 20 giorni su 140.
Eppure, le recenti riforme legislative hanno privilegiato la trattazione scritta o da remoto per lo svolgimento dell'udienza civile; analogamente, l’implementazione del processo penale telematico sta conducendo rapidamente alla dematerializzazione del fascicolo cartaceo.
A fronte di tali spinte innovative, è evidente che il sistema informatico assicurato dalla DGSIA e dal Ministero non sia stato in grado di reggere alle riforme.
Anche la deprecabile scelta di telematizzare l’assistenza informatica si sta rivelando ampiamente fallace: si moltiplica la frustrazione di chi invano spera in risposte rapide, adeguate al problema specifico e sicure; risposte che solo un’assistenza in presenza è in grado di fornire, se non altro perché puoi sempre rintracciare fisicamente l’operatore e spiegarti, e non devi rincorrerlo sull’etere attraverso i famigerati ticket informatici.
Magistratura Indipendente chiede che gli autori di queste scelte si palesino ed offrano soluzioni, non spiegazioni.
La disorganizzazione informatica non può ulteriormente ricadere sui magistrati.
Irripetibile si rivela l’occasione dei fondi del PNRR: è auspicabile un intervento concreto per il rinnovo reale del pct anziché stare ad ascoltare le solite - inutili - chiacchiere dai profeti (a parole) dell’innovazione.
Chiediamo alla ANM la istituzione di un apposito ufficio di “vigilanza” informatica.
Roma 14 maggio 2021
Magistratura Indipendente