Il consigliere togato del Csm Antonio D'Amato, in vista dell'entrata in vigore della riforma delle intercettazioni prevista per l'1 settembre (e già differita per tre volte), lancia l'ennesimo allarme "su una riforma che introduce oneri a carico dei procuratori della Repubblica a risorse umane e finanziarie invariate e in assenza di strumenti tecnici adeguati". Riforma che così rischia di essere inutile perché "i procuratori della Repubblica, che dovranno vigilare direttamente sul registro informatico delle intercettazioni, non sono messi nelle condizioni di farlo, se non vengono dotati di strumenti tecnici adeguati".
"Per la creazione dell'archivio informatico -sottolinea il consigliere- sono necessarie sale attrezzate e misure particolari, che hanno degli inevitabili costi, di cui la riforma non si fa carico. Come faranno i procuratori a fronteggiare, a risorse e personale invariato, questo nuovo adempimento? E in quali spazi fisici si custodiranno i documenti cartacei relativi alle intercettazioni inutilizzabili o irrilevanti? Con quale personale si assicurerà la vigilanza e il corretto conferimento delle intercettazioni nel registro informatico? Mistero.
Il rischio - conclude D'Amato - è che ancora una volta si finirà per scaricare sull'autorità giudiziaria il peso di una serie di adempimenti che non sono sorretti da un adeguato sostegno economico-finanziario. Urge una proroga per predisporre le misure necessarie o la riforma sarà inutile".
L'allarme era già stato lanciato dal consigliere D'Amato nel corso del plenum del 13 febbraio scorso quando il Csm approvò un parere critico sul dl intercettazioni. (AGI) Bas 281058 AGO 20 NNNN