Il testo di Introduzione all’ordinamento giudiziario nasce con l’intento di offrire, accanto ad alcune indicazioni pratiche sul rapporto di lavoro del magistrato e sulla sua attività all’interno degli uffici giudiziari, una panoramica introduttiva ma completa sull’ordinamento giudiziario.
I profili ordinamentali, sui quali non sempre si pone la dovuta attenzione, rivestono un’importanza primaria nell’esercizio delle funzioni giudiziarie.
Per essere un buon magistrato non è sufficiente, infatti, essere un attento conoscitore del diritto e della procedura, bisogna sapersi “comportare” da magistrato, nella piena consapevolezza non solo dei doveri d’ufficio, ma anche dei propri diritti.
Magistratura Indipendente (M.I.), sin dalla sua istituzione, ha puntato a tutelare la dignità del lavoro dei magistrati, consapevole del fatto che l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati, che si declina attraver-so il corretto svolgimento del rapporto di lavoro e la conoscenza dei propri diritti e doveri, rappresentino una garanzia per i cittadini.
Accanto ai profili deontologici, dunque, si pongono quelli più strettamente legati allo svolgimento del rapporto di lavoro nonché quelli connessi all’incardinamento all’interno dell’ufficio.
Il magistrato, invero, non opera da solo e non gestisce per sé la giustizia, ma la amministra in nome del popolo italiano all’interno di una struttura giudiziaria, composta da altre persone (dirigente dell’ufficio, ma-gistrati e personale amministrativo), e che si relaziona con soggetti terzi, come gli avvocati, le parti, i consulenti, etc. Il magistrato, inoltre, deve necessariamente rapportarsi con le strutture attraverso cui si articola l’autogoverno, il Consiglio Superiore della Magistratura e i Consigli giudiziari presso le Corti d’appello.
La conoscenza dell’Ordinamento giudiziario non può, pertanto, mancare nel bagaglio che il magistrato deve necessariamente possedere.
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