L'Iran e l'indipendenza dei magistrati (italiani)
venerdì, 8 novembre 2013
Nel corso di una ricerca giuridica, per motivi di lavoro, sui diritti umani mi sono imbattuto in questo interessante rapporto del 2010 (A/HRC/14/4) nel quale si esaminano le raccomandazioni del Consiglio per i diritti umani rivolte all'Italia, con l'indicazione di quelle accolte e di quelle respinte (A/HRC/14/4/ALL. 1). Per talune raccomandazioni è indicato lo Stato che ne ha proposto l'adozione da parte dell'Italia.
Vi segnalo la raccomandazione n. 49, che è stata respinta dall'Italia. Il titolo era "Rafforzamento dell'indipendenza del sistema giudiziario".
Lo Stato proponente la Repubblica islamica dell'Iran, che rilevava che - in concreto - dichiarazioni e comportamenti di soggetti politici compromettevano l'indipendenza del potere giudiziario.
Questa la risposta della nostra rappresentanza diplomatica per cui - in astratto - l'indipendenza del potere giudiziario non può essere rafforzata:
"Per quanto riguarda il sistema giudiziario interessato, è opportuno sottolineare che il principio di indipendenza della magistratura è già sancito nella Costituzione. Qualsiasi riforma costituzionale può essere adottata solo da una procedura parlamentare speciale, che prevede maggioranze di voto parlamentari rafforzate e, in ultima analisi, un referendum popolare (la cosiddetta procedura aggravata costituzionale). Quindi l'Italia non può sostenere la raccomandazione di rafforzare ulteriormente l'indipendenza della magistratura."
Non è una risposta ironica, ma è la traduzione, spero corretta, della risposta riportata nel documento ufficiale. In ogni caso, in calce, incollo i link(s) ai documenti ufficiali.
Aldo Morgigni
http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/dirittiumani16/Rapporto%20UPR%20Italia.pdf
http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G10/121/86/PDF/G1012186.pdf?OpenElement
http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G10/121/87/PDF/G1012187.pdf?OpenElement