La recente delibera della GEC dell’Associazione Nazionale Magistrati, che da un lato apre ad assemblee distrettuali per la presentazione delle candidature alle elezioni suppletive del CSM e dall'altro vi esclude l'eleggibilità per i componenti del CDC, costituisce un concentrato di incoerenza e di ipocrisia.
Noi di Magistratura Indipendente non condividiamo simile metodo e vi spieghiamo le ragioni.
Di là dalla inconsueta modalità di approvazione d’urgenza (in violazione dello Statuto e senza una convocazione straordinaria), lascia perplessi una GEC che, dopo aver sbandierato, con tanta veemenza, la distanza che deve correre tra associazionismo e ruolo del consigliere del CSM, entra a gamba tesa a stabilire -in prima persona e con i soli gruppi associativi che, oggi, la compongono - le regole di ammissione alle elezioni suppletive.
Stona anche che la GEC abbia inteso salvaguardare gli attuali componenti in CDC dei gruppi, non impegnandoli, fin da ora con una intenzione programmatica, alla rinuncia a candidature non solo per le suppletive, ma, cosa ancor più importante e rilevante, per le prossime elezioni generali del CSM. Impedire la candidatura a tutta una serie di profili di magistrati, salvaguardando però se stessi per il prossimo futuro, è illogico ed incoerente.
E’ chiaro a tutti perché ciò non è stato fatto, pur a fronte di nostra richiesta: perché una buona parte degli attuali componenti del CDC si presenteranno a quelle future elezioni, come sempre è accaduto in passato; tale rifiuto rappresenta la prova regina che alla GEC (e ai gruppi associativi che la rappresentano) non interessa nulla dei principi che oggi si sbandierano.
È forte la preoccupazione di questo momento: non vorremo che la vicenda, oltre alla sua gravità, costituisca lo spunto per attuare propositi di vendetta da parte di coloro che, sotto il vessillo di un moralismo di facciata, vogliono “marchiare a fuoco” Magistratura Indipendente e l’ambiente dei magistrati moderati che l’hanno alimentata e contribuiranno a nutrirla.
Noi di Magistratura Indipendente riaffermiamo la nostra adesione a principi e valori - la tutela del lavoro intellettuale del magistrato in primis - che hanno costituito il nucleo attorno al quale si sono raccolti moltissimi magistrati “moderati”. Siamo convinti che occorra una seria autocritica sulle ragioni dei gravi eventi emersi, che pur hanno coinvolto singoli colleghi.
Siamo però altrettanto convinti che i colleghi con onestà intellettuale sappiano valutare gli eventi, e siano interessati non a lotte di potere, bensì al corretto esercizio del mandato attribuito a qualsiasi livello.
Il sistema correntizio che conosciamo (a cui hanno partecipato TUTTE le correnti) va rimeditato e modificato dall’interno, ma senza comode, robespierane epurazioni od operazioni di restyling e di pura facciata.
Stupisce peraltro che tale iniziativa nasca da una GEC che non ha esitato a spaccare l’unità sindacale, espellendo una corrente (M.I.), macchiatasi dell’ “orrida colpa” di chiedere per TUTTI (e non solo per i propri consiglieri) un minimo riscontro obiettivo e documentale rispetto a quanto si ventilava, al tempo, solo sui quotidiani.
Ciò, in un fervido anelito ad una purezza ed una verginità nuove rispetto a pregressi rapporti “torbidi” tra correnti, tentando così di cancellare frettolosamente, grazie all’onda emotiva giustamente determinatasi, ogni rapporto con un passato pesante che è sotto gli occhi di tutti (o di chi sa vedere).
Questa delibera della GEC, approvata via mail, con modalità irregolari ed irrispettose dei termini fissati dalla stessa GEC per la votazione, supera ogni limite, non solo nelle modalità e contenuti, ma anche nei risultati.
Chi l’ha scritta ritiene evidentemente possibile che si riuniscano in tempi brevissimi tutte le assemblee distrettuali (e prima ancora tutte le sottosezioni) e che, attraverso questo meccanismo, vengano alla luce candidature di colleghi capaci e competenti (tralasciando la impossibilità oggettiva di svolgere campagna elettorale in un periodo tanto limitato e con la competizione in streaming, chiave di volta finale del populismo sfrenato che alimenta il provvedimento).
Questo meccanismo appare troppo ingenuo per non lasciar maliziosamente pensare che qualcuno sia già pronto in qualche distretto a "partire", potendo così ostentare una legittimazione della “base” (magari grazie all’uso oculato delle deleghe).
Guarda caso, è stata rigettata la proposta di consentire una presentazione telematica delle candidature. Ci ha infatti stupito la totale avversione dimostrata alla proposta avanzata da Pierpaolo Beluzzi, del gruppo di Autonomia e Indipendenza, di fornire un supporto telematico ai candidati (con forum di discussione, presentazione dei candidati, dei loro programmi, di un confronto tra di loro etc) attraverso un sistema che consentisse a tutti i magistrati di partecipare direttamente e ai candidati indipendenti - sprovvisti di un gruppo organizzato di supporto- la concreta possibilità di essere presenti in ogni occasione.
Questi sono tutti segnali significativi che siamo di fronte ad una operazione di facciata: tutto cambia perché nulla cambi – l’operazione Gattopardo della nuova GEC.
Noi di Magistratura Indipendente riteniamo che l’ANM non possa e non debba occuparsi, né possa rivendicare un proprio ruolo nella individuazione delle candidature; il suo compito è quello di garantire uguali possibilità dei candidati nel farsi conoscere nei distretti promuovendo momenti di confronto.
Dunque, non ci riconosciamo in questo deliberato della GEC e non riteniamo, pertanto, di darvi esecuzione.
Pur rispettando le opinioni diverse manifestate dalla GEC, non le condividiamo e invitiamo i magistrati italiani che la pensano come noi a volere considerare il deliberato della GEC per quello che è: una “proposta” non vincolante per i colleghi e certamente non una regola ultra legem.
Dunque, riteniamo che tutte le candidature siano ammissibili, ed anzi faremo in modo di stimolare un’ampia partecipazione della platea degli eleggibili, perché, solo in questo modo, potrà essere reciso il cordone fra l’eletto al CSM e l’associazione.
In un siffatto contesto, invita i propri rappresentanti al CDC e nelle GES a valutare se sussistano i presupposti per permanere.
MAGISTRATURA INDIPENDENTE