Assistiamo in questi giorni a proclami propagandistici di svolte epocali sulla nomina dei dirigenti degli uffici giudiziari. Sono stati organizzati dibattiti in cui, ancora prima dell’esame del testo delle circolari da parte del Comitato di presidenza del CSM e del voto in Plenum, se ne illustrano ai colleghi i contenuti, così esercitando una inammissibile forma di preventivo condizionamento della volontà consiliare.
In realtà vi è ben poco di nuovo sotto il sole.
Si dice che la innovativa e garantista proposta di circolare anticipa l’esercizio della discrezionalità al momento della individuazione delle regole del gioco, introducendo un sistema di punteggi fissi in relazione ai parametri (merito, attitudini, anzianità) che il legislatore ha considerato rilevanti ai fini della valutazione. Rileviamo che con l’introduzione di punteggi fissi per ogni parametro un qualsiasi algoritmo potrebbe sostituirsi alla scelta del Csm per designare anche il primo presidente della Corte di Cassazione.
È chiaro a tutti i magistrati che questo non sarebbe consentito dalla Costituzione.
È dunque evidente che, per non cadere in queste prevedibili disfunzioni, sono previste clausole di salvaguardia “elastiche”.
L’esempio è facile: basta attribuire un punteggio variabile agganciato a criteri di vario genere, del tutto astratti ed indeterminati (per esempio, fino a X punti per i risultati di eccezionale rilievo ottenuti; oppure fino a X punti in più per ogni esperienza rilevante; o fino a X punti per la varietà delle funzioni giudiziarie; ecc.).
Con quale criterio si misurerà l’attribuzione del punteggio minimo o massimo?
Con quale criterio un risultato potrà essere considerato eccezionale e permettere l’attribuzione di un punteggio che scavalca gli altri concorrenti?
È dunque evidente che la graduazione dei punteggi variabili in aggiunta a quelli fissi, attribuiti con il meccanismo “ fino a”, permetterà di alterare la graduatoria in favore del prescelto. Ancora ricordiamo la fumosa definizione dello “spiccato rilievo” che consentiva di superare le fasce di anzianità.
Questo sistema dunque, rispetto al vituperato meccanismo degli indicatori, è assai più pericoloso ed elude più facilmente il controllo del giudice amministrativo. Se infatti, come nel meccanismo attuale, la circolare predetermina i c.d. “ indicatori” (e cioè le esperienze considerate valide ai fini di un incarico), il candidato potrà sempre far valere errori di mancata valutazione del suo bagaglio professionale. Cosi non sarà per i punteggi flessibili che si aggiungono a quelli fissi e mascherano, senza criterio alcuno, la trasparenza del meccanismo decisionale del CSM.
In conclusione: il sistema attuale si può certamente migliorare. Ma la fantastica alternativa presentata nasconde, sotto le spoglie di un epocale rinnovamento, una discrezionalità senza regole, con il ritorno ad un passato già negativamente sperimentato.
La Presidente, Loredana Miccichè
Il Segretario Generale, Claudio Galoppi