«Gli addetti all’Ufficio del processo sono una risorsa, il Csm ha chiesto di prorogarli». A dirlo è la consigliera di Palazzo dei Marescialli Maria Vittoria Marchianò, che parla di una delle figure “sponsorizzate” dall’Europa per rendere più efficiente la giustizia italiana.
Consigliera Marchianò, da tempo si discute in ambito giudiziario sulla figura dell'addetto per l'Ufficio del processo. I risultati sono positivi?
L’Europa ha considerato l’efficienza il punto debole del sistema giudiziario italiano, con ripercussioni sull’economia del Paese, e su questo obiettivo sono concentrate le riforme finanziate dal Pnrr, con cui l’Italia ha assunto l’impegno di ridurre del 40% in cinque anni la durata media dei processi civili e del 25% quella dei processi penali, e di ridurre l’arretrato civile del 90% entro il 2026. Gli strumenti previsti per la realizzazione di questi ambiziosi obiettivi sono di due tipi: di tipo organizzativo, come l’Ufficio per il processo e la digitalizzazione, con l’assunzione di giovani laureati con funzione di “assistenza” ai magistrati nelle attività collaterali all’esercizio della giurisdizione, e di tipo processuale.
Con riguardo a quest’ultimo aspetto, si deve rilevare che le riforme processuali degli ultimi anni si sono susseguite una dopo l’altra, in una sorta di bulimia riformatrice, senza attendere una effettiva verifica dei loro effetti, e soprattutto senza il necessario coordinamento con gli uffici giudiziari, che hanno dovuto adeguare la loro organizzazione alle nuove regole in tempi rapidissimi e senza i necessari supporti. Lo strumento fondamentale, quindi, rimane l’Ufficio per il processo, che ha introdotto un nuovo modello organizzativo, basato sul lavoro di equipe. I dati forniti dal ministero della Giustizia, rielaborati dall’Ufficio statistico del Csm, resi pubblici attraverso il cosiddetto “Cruscotto” del Pnrr, dimostrano una tendenza positiva verso la realizzazione degli obiettivi da parte di molti uffici giudiziari, soprattutto di secondo grado, con maggiori difficoltà per gli uffici che hanno ricevuto solo in parte le risorse aggiuntive previste.
Ma negli ultimi mesi si registrano migliaia di dimissioni: da 8mila siamo passati a circa 5mila addetti.
Con il Pnrr si prevede di reclutare circa 16.500 funzionari addetti all’Upp, di cui circa 8.200 sono già entrati in servizio. Si tratta di un’iniezione di energia importante che aiuta nella reale implementazione della digitalizzazione. A tal fine sono stati espletati anche i concorsi per assumere 5.410 figure tecniche (statistici, informatici, operatori di data entry), sempre finanziate dal Pnrr, per rendere più efficiente l’amministrazione e smaltire l’arretrato. Nella maggior parte degli uffici, soprattutto del nord, tuttavia sono arrivati meno Aupp del previsto, a fronte di una grave preesistente carenza negli organici del personale amministrativo.
Nel centro-sud sono arrivati in numero adeguato, ma molti hanno superato altri concorsi pubblici e si è fatto ricorso allo scorrimento della graduatoria per coprire i posti vacanti. Laddove vi sono vacanze si rischia di creare difficoltà all’Ufficio giudiziario per il raggiungimento dell’obiettivo, con inevitabile disparità di condizioni tra uffici. In molti casi la non completa copertura dei posti di Upp si aggiunge ad una preesistente vacanza negli organici del personale amministrativo, con notevoli difficoltà per gli uffici di gestire le nuove risorse e fare fronte all’aumento di produttività dei giudici. A fronte di questo scenario preoccupante, il Csm, in sede di tavolo paritetico con il ministero della Giustizia, ha prospettato l’esigenza di prorogare gli addetti Upp in servizio, ormai formati, per evitare di disperdere le professionalità acquisite, e di procedere in tempi rapidi alo scorrimento delle graduatorie per coprire i posti vacanti.
Sostituendo i rimanenti addetti non c'è il rischio di perdere funzionari altamente qualificati?
Il tavolo paritetico Csm - ministero garantisce il costante coordinamento tra i soggetti che devono garantire agli uffici giudiziari gli strumenti necessari per il perseguimento degli obiettivi, attraverso un monitoraggio continuo, che deve riguardare sia i dati statistici, per verificare periodicamente lo stato delle pendenze e quindi la riduzione dell’arretrato e dei tempi di definizione dei procedimenti, sia l’effettiva situazione degli uffici in termini di miglioramenti di efficienza derivanti dall’adozione dei nuovi modelli organizzativi.
Come ho detto, in quella sede il Csm ha prospettato le difficoltà di alcuni uffici a contribuire al raggiungimento degli obiettivi per la carenza di risorse e l’opportunità di mantenere in servizio, quanto meno fino al 2026, le risorse già formate. Occorre poi scongiurare il pericolo che la scopertura degli organici del personale amministrativo ancora presente in alcune realtà territoriali, dovuta ai pensionamenti e alla migrazione di personale verso altri settori che assicurano migliori retribuzioni e occasioni di carriera, conduca ad assorbire i funzionari Upp nelle Cancellerie, per sopperire alle vacanze. Questo fenomeno migratorio, infatti, ha portato nuovamente ad una scopertura del personale del 20- 30%, mentre oltre la metà degli uffici giudiziari non ha il dirigente amministrativo. Le modifiche introdotte con le recenti riforme sia nel settore civile che in quello penale, peraltro, richiedono un numero adeguato di personale di cancelleria, esperto e tecnicamente preparato.
Qual è dunque la posizione del Csm?
Per evitare che le risorse derivanti dal Pnrr vadano sprecate e che non si raggiungano, almeno in parte, gli obiettivi si rende necessario assicurare uno stabile coordinamento e un continuo scambio di esperienze tra gli uffici giudiziari. In tal senso si è mosso il Csm, sia attraverso le delibere adottate in materia di Pnrr e Ufficio per il processo, sia attraverso l’organizzazione di incontri con la partecipazione dei capi degli uffici giudiziari, che tendono a promuovere la diffusione delle prassi più virtuose per renderle fruibili a tutti. Altro tema importante è quello della copertura degli organici del personale di magistratura.
Senza i magistrati l’ufficio per il processo è come una macchina senza motore: non si possono avere risultati senza la figura principale dell’equipe, che garantisce il coordinamento tra le varie le figure di supporto ed emette il prodotto finale, il provvedimento definitorio. Nonostante la fattiva collaborazione tra ministero e Csm, non si è ancora riusciti a garantire tempi rapidi per l’espletamento dei concorsi e l’ipotesi di adottare modalità telematiche per la redazione degli elaborati, per velocizzare le operazioni di correzione, è ancora da verificare sul piano della fattibilità tecnica. Anche se si limita il periodo del tirocinio per i magistrati di nuovo ingresso, è prevedibile un aumento della scopertura nel 2024 che toccherà il 20%.
Il Csm, infine, sta per approvare la delibera che stabilisce i “carichi esigibili” previsti dall’art. 37 del d. l. 6- 7- 2011 n. 98, sui Programmi di gestione, relativi ai soli magistrati togati, dai quali deve essere scorporato l’apporto dei magistrati onorari e degli Aupp. Come previsto dalla riforma Cartabia, infatti, era necessario introdurre dei carichi uguali per tutti gli uffici giudiziari, quale limite insuperabile nella determinazione da parte dei dirigenti degli uffici degli obiettivi di rendimento e di smaltimento dell’arretrato.