MI Sezione di Salerno - Assemblea Distrettuale del 27.5.2011*
*Allegato I . Il discorso di apertura di Mario Pagano*
Carissimi,la convocazione dell'odierna assemblea costituisce espressione di
un adempimento statutario.
Ci sono anche altri argomenti all'ordine del giorno, argomenti che
costituiscono una presenza ormai costante nell'attività del Gruppo (i
problemi organizzativi dei nostri uffici, le attività convegnistiche, etc.).
Ma oggi mi auguro che l'adunanza costituisca anche l'approdo di un percorso
che è iniziato qualche mese fa e che si è proposto di dare un nuovo assetto
e un nuovo dinamismo al Gruppo.
Ricorderete che sul finire dello scorso anno abbiamo inaugurato un
esperimento (quello della segreteria collegiale) che ha ottenuto il plauso
nazionale e che è assurto a modello di moderna organizzazione del gruppo in
periferia.
Ora si tratta di portare ancora avanti questo percorso.
1.Qualche giorno fa, ho riaperto il mio vecchio libro delle assemblee
distrettuali del MI.
Il libro inizia con il verbale della assemblea del 23 marzo 2000.
Presenti Mino Cornetta, Aldo Guerrasio,, Franco D'Elicio, Franco Verdoliva,
Vincenzo Vignes e Maura Stassano.
E' il verbale in cui sono stato designato come segretario del distretto
salernitano.
Questo verbale e i verbali successivi contengono i nomi di persone che non
ci sono più (Mino Cornetta, Paolo Scarano, Mimmo Nastro), di colleghi che
sono andati in pensione (Aldo Guerrasio, Mario Della Valle, Franco D'Elicio,
Domenico Romano), di colleghi che sono andati in altri distretti (Corrado
Lembo, Franco Verdoliva, Maura Stassano, Maria Luisa De Rosa, Giovanna
Spinelli).
A tutti devo riconoscere il merito di avere contribuito -con la loro
presenza, con la loro disponibilità e con la loro attività- a tenere in vita
MI a Salerno.
2.Sono dal 23.3.2000 passati undici anni.
E, stato questo, vi assicuro, un periodo difficile molto difficile per MI sia
livello nazionale sia a livello locale.
Un periodo in cui la moderazione era una parola caduta in desuetudine, tanto
era intimamente sentito il senso opposto della contrapposizione.
Il confronto con il potere politico si è spesso espresso in termini di
contrapposizione.
Il confronto tra le diverse sensibilità associative si è espresso (e
sembrava non potersi non esprimere se non) in termini di contrapposizione (a
volte anche feroce), denigrazione, emarginazione
Come era possibile in questo clima pretendere che si potesse ascoltare la
voce di un gruppo geneticamente moderato come MI?
Irremovibile, ovviamente, come tutti i gruppi, sulla tutela dei principi
dell'autonomia e indipendenza della magistratura, forte nella difesa dei
valori costituzionali dello statuto della magistratura, il gruppo ha
continuato a lavorare sul piano associativo sempre ritenendo che i detti
principi andassero tutelati anche sotto un profilo di una estrema
concretezza e pragmaticità.
Forte e convinta era la consapevolezza che la invocazione della autonomia e
della indipendenza della magistratura non poteva essere fine a sé stessa,
non poteva essere coltivata in termini di mera idealità, non poteva portare
a una sterile contrapposizione ideologica così esponendo l'associazione al
rischio di atteggiarsi come soggetto politico.
Magistratura Indipendente ha così, in uno alla tutela delle garanzie
costituzionali della magistratura, continuato a sostenere coerentemente e
con fermezza i propri principi costitutivi:
a)il rifiuto di qualsiasi collateralismo politico, di qualsiasi
strumentalizzazione giudiziaria, di qualsiasi tentazione sociologica;
b)la tutela dei diritti del singolo magistrato all'esterno, ma anche
all'interno;
c)la tutela delle condizioni economiche, previdenziali e del luogo di
lavoro.
E ha sostenuto queste posizioni anche a costo di subire emarginazione
politica, ghettizzazione associativa, denigrazione personale.
E ciò nonostante MI ha mantenuto la coerenza con i propri ideali.
Ma, soprattutto, MI ha contestualmente professato una concezione del giudice
e della giurisdizione priva di qualsiasi falsa sacralità, una concezione
per converso aperta ai problemi concreti del contesto giudiziario e attenta
alle problematiche della società civile.
Questa filosofia associativa appariva ai più un pensiero "debole", per certi
aspetti da emarginare, da guardare in maniera sprezzante se non addirittura
irridente.
Così veniva denigrata la nostra attenzione alle questioni economiche. Una
critica frutto, invero, di una visione pauperistica del giudice decisamente
autolesionistica.
In tale contesto, rivendico con orgoglio (in uno a molti dei colleghi che vi
ho citato e agli altri che sono oggi presenti) di avere consentito la
sopravvivenza della voce di MI, una voce che (come vi ho detto) qualcuno
definiva "debole", ma che in realtà era forte, perché nei suoi dettami
fondamentali si proponeva di consolidare il principio della terzietà del
giudice.
3.Poi, come d'incanto, si è verificata una sintonizzazione diversa.
MI ha abbandonato il canale di Radio Londra.
3.1.I programmi di MI hanno ricevuto una attenzione diversa, hanno mostrato
di possedere una forza diversa, di propagare una energia via via sempre più
pervasiva, di accedere a un diverso indice di ascolto.
I vecchi consolidati principi coerentemente sostenuti da MI hanno assunto un
nuovo "look".
Essi si mostrano, per converso, modernissimi nei contenuti e, addirittura,
rivoluzionari nella loro intrinseca diversità rispetto a un ormai logoro,
stagnante, stereotipato modo di fare associazione.
Così:
a)abbiamo sollecitato una maggiore capacità propositiva mostrata nella
interlocuzione con la classe politica, alla quale sono stati opposti
soltanto sterili no a proposte di riforma (assenza di qualsiasi posizione
aprioristica);
a)ci siamo battuti per una maggiore attenzione alle tematiche sindacali
(oggi l'ANM, dopo avere lasciato colpevolmente la questione sindacale priva
di attenzione, ha proposto dei ricorsi contro la manovra finanziaria);
b)ci siamo sollevati quanto non è stata sufficientemente difesa del
categoria in tutte le occasioni in cui è stata rappresentata come una
corporazione (fannulloni? No Morgigni e Pepe hanno dimostrato che siamo i
più produttivi d'Europa);
d)ci siamo messi a fianco del singolo collega quando abbiamo ritenuto che
egli fosse eccessivamente colpito dal CSM (vicenda Salerno Catanzaro).
3.2.Il maggiore gradimento di MI è, a mio avviso, dipeso dall'arrivo di un
cospicuo numero di giovani magistrati, privi di qualunque ideologizzazione
e/o di qualunque propensione ad essere ideologizzati da chicchessia.
Giovani attenti alla propria dignità professionale e alla responsabilità che
il giudice ha nei confronti della società.
Giovani portatori, di una grande consapevolezza (quella di svolgere un
mestiere difficile) e di un grande ideale (quello di poter esercitare il
proprio mestiere, senza che alcuno intacchi le garanzie costituzionali della
magistratura), ma anche di un grande sogno (quello di poter essere
orgogliosi del proprio ruolo).
Di qui la pretesa forte e sentita di fare il giudice nel contesto di una
macchina giudiziaria efficiente, dotata di mezzi adeguati e di strutture
moderne.
Di qui, la pretesa di ottenere il rispetto del proprio ruolo e della propria
dignità professionale attraverso la tutela dei profili economici e sindacali
dello status di magistrato.
4.MI ha sentito questo vento nuovo.
Lo ha sentito perché conteneva e dava voce ai suoi principi di sempre.
Lo ha dapprima sentito da lontano, poi percepito sulla pelle, infine
riscontrato quale linfa vitale di un nuovo modo di fare associazione.
Questo vento nuovo viene, come detto, da un ampio segmento giovanile, che
oggi costituisce parte non trascurabile della magistratura e che sarà la
classe dirigente del futuro prossimo venturo.
Questo vento nuovo, fresco, vivace spira con forza.
E' ora di assaporarne completamente il profumo.
E' ora che esso trovi spazio e pervada dall'interno l'attività associativa.
5.MI di Salerno è per la vivacità dei giovani colleghi che le si sono
avvicinati all'attenzione nazionale.
Tanto che l'esperienza salernitana sarà citata sul primo numero del giornale
di MI, che ha ripreso la pubblicazione dopo anni di sonnolenza.
Il Gruppo salernitano sarà indicato come un brillante laboratorio di idee e
di attività, da cui può e deve partire il rinnovamento non solo di MI, ma
del modo di fare associazione.
Di questo nuovo modo di fare associazione abbiamo già dato ampia prova
concreta, consapevoli che solo dal confronto (e giammai dallo scontro) si
traggono elementi di crescita umana e professionale.
E così:
abbiamo superato steccati decennali, aprendo indistintamente il confronto
con le altre componenti associative del distretto;
abbiamo aperto agli altri operatori del diritto e alla società civile.
E il merito è dell'intero gruppo.
Rivendico soltanto con orgoglio la capacità di avere catalizzato e aggregato
le forze che si sono mosse in questa brezza nuova.
6.Chi ha la responsabilità di un gruppo deve percepire i cambiamenti,
assecondarli, indirizzarli, ma soprattutto, a mio avviso, sostenerli.
MI di Salerno è pronta al nuovo.
Vi chiedo di farmi capire che la pensate come me.
Vi chiedo di lasciare che questo vento nuovo consolidi il gruppo e la
faccia volare più alto.
Perché sarà così, MI Salerno volerà ancora più in alto.
7.Sotto questo aspetto, l'esperienza della Segreteria collegiale è stata una
esperienza positiva, fruttuosa, e certo non potrà non essere confermata.
Non ne possiamo fare più a meno.
Ma la responsabilità statutaria del gruppo deve trovare una composizione
diversa.
Queste le mie proposte che sottopongo all'assemblea.
7.1.Propongo la nomina a nuovo Segretario Distrettuale di Piero Indinnimeo
Piero è un collega dotato di straordinaria vivacità intellettuale, di
profonda onestà di intenti e di una grande passione associativa.
Mi è stato vicinissimo nelle ultime vicende associative nazionali e
distrettuali.
E' nell'animo uno di MI.
Si è lasciato già conoscere e apprezzare da tutti, dai colleghi della sua
generazione e da quelli un po' più maturi.
Io e gli altri amici della segreteria non lo lasceremo mai solo.
La passione associativa che tutti indistintamente gli riconosciamo lo rende
il naturale candidato a svolgere il compito difficile e oneroso di
segretario distrettuale.
7.2.Il lavoro positivamente svolto da tutti i componenti della Segreteria
collegiale impone, a mio avviso, che Mariagrazia Pisapia, Ornella Dezio,
Fabio Zunica, Stefano Berni Canani e Angelo De Angelis assumano a loro
volta incarichi di responsabilità.
Si tratta di colleghi di indiscusso valore che si sono avvicinati al gruppo
con grande fervore.
Stimati dagli altri colleghi e dal foro hanno dato linfa vitale alle recenti
posizione e attività poste in essere da MI a Salerno.
Propongo, pertanto, per il Consiglio Nazionale:
componente titolare : Mariagrazia Pisapia
componenti supplenti: Ornella Dezio, Fabio Zunica, Angelo de Angelis.
8.Per parte mia continuerò a dare il mio contributo al gruppo sia quale
componente del comitato di segreteria distrettuale, sia come semplice
simpatizzante.
Ringrazio e abbraccio tutti. Mario