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MI Salerno l'Assemblea del 27-5-11

 mercoledì, 1 giugno 2011

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*MI Sezione di Salerno - Assemblea Distrettuale del 27.5.2011*
**
*Allegato II. Il discorso programmatico di Piero Indinnimeo (anche a nome
degli altri componenti della segreteria collegiale).*

a)     Preliminarmente credo che parlando del gruppo di Salerno di
Magistratura Indipendente non possa più farsi riferimento al segretario
distrettuale ma debba guardarsi a questa splendida esperienza della
segreteria collegiale.

b)    La segreteria collegiale è composta tutta da amici del concorso del DM
19.10.2004: Stefano Berni Canani, Ornella Dezio e Fabio Zunica (a cui si
sono poi aggiunti Angelo de Angelis e Mariagrazia Pisapia del concorso del
2002 membro di diritto in quanto componente della giunta distrettuale di
ANM) ed è nata per caso una mattina quando ci siamo chiesti: ragazzi, ma
cosa facciamo noi per la Magistratura? La risposta è stata immediata:
lavoriamo e cerchiamo di rendere un servizio dignitoso ai cittadini. Però a
detta risposta è seguita immediata un'altra argomentazione ovvero che è per
questo che ci pagano e quindi il nostro impegno è dovuto; il quesito quindi
è rimasto nell'aria: cosa facciamo noi per la Magistratura? La Magistratura
-ci siamo detti - siamo noi! E cosa facciamo per migliorarla? Abbiamo preso
atto della inutilità della mera lamentela sterile nei corridoi del palazzo
di Giustizia perché ci siamo resi conto che uno dei modi forse più efficace
per cercare di cambiare qualcosa è l'impegno attivo all'interno dell'ANM e,
se si ritiene, in un gruppo associativo qualunque esso sia. Abbiamo scelto
Magistratura Indipendente perché ci è parsa la corrente rappresentativa di
una sintesi tra la difesa delle prerogative e dei valori propri della
Magistratura e la tutela anche del singolo Magistrato inteso come lavoratore
dello Stato.

c)     Il senso e la forza del nostro impegno muove dal non avere né timori
né speranze nello svolgimento di questo difficile incarico rappresentativo:
nessuno di noi si è impegnato sperando in gratificazioni future; nessuno di
noi è pronto a chiedere; nessuno di noi teme di non ottenere e quindi è
pronto a prestarsi; questo ci rende liberi e, con il vostro consenso,
fortissimi. E qualora non fosse possibile riuscire nel nostro intento, cari
amici, torneremo esclusivamente alle nostre carte perché per noi essere
Magistrati è un punto di arrivo della nostra vita professionale non un punto
di partenza. Siamo già fortunati ad essere qui. Torneremo a fare, con
spirito di sacrificio ed entusiasmo esclusivamente il lavoro per il quale
abbiamo studiato tanto.

d)    L'impegno della segreteria collegiale sarà a doppio binario:  un primo
binario muoverà all'interno del gruppo nazionale. Prima ho detto che MI ci è
parso il gruppo nel quale maggiormente confluisse da un lato i valori
culturali propri della Istituzione e dall'altro le attenzioni alle
condizioni del magistrato in quanto tale, ovvero come lavoratore dello
Stato; però non può non tenersi in conto che, anche ai soli fini di dare
maggiore autorevolezza alle nostre rivendicazioni, è necessario sforzarsi
per offrire ai cittadini un servizio giustizia di massima qualità; noi
sappiamo ene che lo stato nel quale ci troviamo ad operare, decisamente
fallimentare, non dipende solamente dalle nostre responsabilità attesi i
dati anche europei sulla nostra produttività ma certamente sappiamo, dentro
di noi, che possiamo fare di più e meglio di quello che con grande impegno
già facciamo. Inoltre oggi noi magistrati siamo giustamente talmente
preoccupati dalla situazione politica che propugna riforme della giustizia
incisive della nostra indipendenza che non riusciamo più a renderci conto
della diminuzione della nostra indipendenza interna e della necessità
innegabile che la magistratura ha di riforme, anche come ulteriore
presupposto per la forza delle nostre rivendicazioni di qualunque genere;
amici,  anche nel caso in cui non si riuscisse a completare l'iter della
riforma della giustizia presentata dall'Esecutivo, dobbiamo avere la forza
di autoriformarci perché se non ci autoriformiamo prima o poi saremo "etero
riformati". Spingeremo quindi, come gruppo salernitano, perché il gruppo
nazionale continui a portare avanti con forza la sfida della
professionalità; anche perché, a nostro avviso, altrimenti lamentarsi
dell'operato del CSM, sempre legittimo come ogni critica che deve intendersi
come stimolo a fare di più e meglio, diventa sterile; è giusto, quindi,
protestare, ma vogliamo provare, come già si cerca di fare, ad eliminare o
quanto meno ad attenuare quei profili che non ci piacciono e che possono
comportare limitazione per la nostra indipendenza interna? Faccio un
esempio: Ci si lamenta soprattutto per come il CSM sceglie i dirigenti
perché, in alcuni casi, lo farebbe secondo logiche di corrente o clientelari
e quindi favorendo il fenomeno del correntismo ovvero la corrente
associativa non intesa come laboratorio di idee per lo sviluppo di una
coscienza del proprio ruolo e per il progresso evolutivo della magistratura,
ma come luogo di ricerca di tutela personale, di mera soddisfazione di
aspirazioni scisse dal merito con relativa sinallagmatica diminuzione della
nostra indipendenza interna. Abbiamo sentito colleghi affermare che il
nostro organo di autogoverno a volte decide nel modo descritto anche perché
fino a quando al Consiglio arriveremo tutti con pareri dei Capi degli Uffici
e dei Consigli Giudiziari eccellenti o comune ottimi e tendenzialmente
omologati (nonostante anche gli sforzi della normazione secondaria del CSM)
il rischio che si decida secondo logiche di mera lottizzazione politica e
non meritocratica rimarrebbe altissimo. Ebbene data per fondata la tesi
esposta, come può incidersi sulle aporie di questo sistema?  Noi pensiamo
che dobbiamo impegnarci perché le valutazioni degli organi di autogoverno
locali e del CSM diventino dotate di una maggiore effettività: ad esempio,
il Consiglio Giudiziario dovrà procedere all'audizione dell'aspirante alle
funzioni semidirettive e direttive diretta a coglierne le capacità
organizzative ed anche il tratto umano che è fondamentale
nell'organizzazione di uomini e mezzi; il parere dovrà essere trasmesso al
CSM che procederà ad una ulteriore audizione per definitivamente completare
l'istruttoria ed avere tutti gli elementi per la decisione finale.  Quanto
alle singole valutazioni di professionalità, invece, il parere del Capo
dell'Ufficio, preceduto da quello dei presidenti delle sezioni di
appartenenza del magistrato in valutazione dovrà essere il frutto di uno
scatto culturale che spinga il dirigente a vincere le comprensibili
difficoltà sottese al riconoscimento di aspetti di criticità dell'operato di
un collega con il quale si condivide quotidianamente l'esercizio della
giurisdizione tali da legittimarne l'emissione di un parere negativo; è
certamente un compito difficile, ma che dovrebbe spettare a chi ha scelto di
voler ricoprire una funzione direttiva o semidirettiva a cui segue
naturalmente un maggiore profilo di responsabilità connessa ai compiti
assunti. Il Consiglio Giudiziario con i suoi poteri istruttori potrà poi
valutare la capacità di quel capo dell'ufficio di compiutamente valutare la
professionalità del collega ai fini del proprio parere sulla sua riconferma
nelle funzioni semidirettive e direttive. Il risultato di tale attività
potrebbe consentire al CSM di scegliere i dirigenti sulla base di pareri
fortemente diversificati per cui diventerebbe certamente più difficile anche
ipotizzare che il CSM possa decidere secondo quelle logiche descritte e
delle quali, come detto, spesso si discute nei corridoi e nelle mailing
list.  Spingeremo perché nel gruppo nazionale si discuta e cercheremo anche
di proporre soluzioni alle prospettate incompatibilità tra CDC GEC e CSM e
tra candidature politiche e rientro in magistratura. Proporremo con forza il
nostro modello culturale di magistrato.

e)     il secondo binario di impegno è nel distretto di Salerno. Riteniamo
che l'ANM debba avere un ruolo attivo nell'organizzazione dell'Ufficio posto
il continuo contatto con i singoli  magistrati che spesso hanno idee e
proposte straordinarie per la soluzioni di profili di criticità
organizzativa ma che, chiusi nei loro uffici, non comunicano a nessuno e la
possibilità di indire riunioni di giunta e assemblee con successivi contatti
ed inviti ai capi degli uffici che, sovente, sono ben lieti di ricevere
proposte condivise da versare nei progetti tabellari. L'assemblea
diventerebbe così maggiormente luogo di confronto sui problemi salernitani e
sarebbe del tutto legittimo visto che siamo una sezione dell'ANM che
altrimenti non avrebbe ragione di esistere se dovesse limitarsi a doppiare
soltanto i temi nazionali. Crediamo che ormai con la istituzionalizzazione
della scopertura di organico ci troviamo in un momento congiunturale che
impone uno scatto culturale del magistrato rispetto all'ufficio. Il ruolo
del magistrato deve tenere conto del concetto complessivo del servizio
giustizia e non solo dell'andamento del proprio ufficio, dei propri
fascicoli, e del proprio carico di lavoro ovviamente nei limiti soggettivi
della esigibilità dell'impegno per ciascuno di noi. Riteniamo che il
contatto con il gruppo consiliare debba essere strettissimo in modo da
favorire incontri con i consiglieri che siano costantemente edotti dei
nostri problemi in pubblico e si assumano in pubblico la responsabilità
della loro soluzione come è avvenuto nell'incontro di MI con i giudici di
Sala Consilina che oggi sono presenti in rappresentanza in questo incontro
perché siamo stufi tutti di chiacchiere meramente elettorali soprattutto
negli uffici più disagiati! E l'ora di assumersi responsabilità personali
per poter poi effettivamente orientare il magistrato nelle scelte elettorali
future.

f)     abbiamo istituzionalizzato l'ufficio sindacale e tabellare che è
sempre aperto per ciascuno di voi anche se non iscritti a MI anche se non ci
votate; noi saremo al vostro fianco per risolvere i vostri problemi
economici e di status.

g)    riteniamo che il gruppo associativo deve avere come punto di forza
l'esperienza di una formazione libera ed indipendente. E' in questa chiave
che devono leggersi i recenti incontri tutti organizzati dal gruppo
salernitano di MI aperti anche a colleghi di altre aree culturali e
all'avvocatura come il convegno sull'illecito disciplinare, l'esperienza del
workshop sulla circostanza aggravante dell'art. 7 della L.203/1991, il
convegno dell'8.6.2011 sul testamento biologico.

MI Salerno è prima di tutto un laboratorio di idee tutte finalizzate alla
crescita culturale e professionale del magistrato e della magistratura.
Perché la nostra è una sfida da vincere e dobbiamo dimostrare sempre di
essere all'altezza del nostro complesso compito a noi stessi, alle parti,
all'avvocatura.

h)    ultimo obiettivo: proseguire nel cambio di rotta del modo di fare
associazione a Salerno intrapreso anche dagli altri gruppi. In quest'ottica
abbiamo ritenuto che questo incontro del gruppo dovesse essere aperto anche
ai rappresentanti delle altre aree culturali della magistratura salernitana.
Vito Di Nicola è qui in rappresentanza di Movimento per la Giustizia/art. 3
abbiamo invitato Vincenzo Pellegrino sia nella sua qualità di Presidente di
ANM Salerno che di rappresentante del gruppo di UNICOST e Gigi D'Alessio
quale rappresentante di MD. Enzo e Gigi non sono intervenuti per problemi
legati alla loro attività professionale altrimenti sarebbero stati
certamente presenti e già solo per questa intenzione noi li
ringraziamo.  Sappiamo
che il passato è stato turbolento in questo distretto. Sappiamo che ci sono
onori e responsabilità in questa turbolenza che contemporaneamente c'è chi
ha fatto bene chi ha fatto male e che ognuno pensa che l'altro abbia fatto
male e che lui abbia fatto bene. Ognuno di noi credo abbia una idea e si sia
dato delle risposte. Ma ora quel tempo è passato e siamo convinti che non
solo esso non debba essere dimenticato, ma deve essere patrimonio di noi
tutti per poter ripartire di slancio con apertura programmatica a tutti gli
altri gruppi, perché solo muovendosi insieme con la stima e l'amicizia che
contraddistingue i nostri rapporti personali, (parliamo di Enzo Pellegrino,
Gigi D'Alessio, Vito Di Nicola ai quali siamo legati da un rapporto di
amicizia oltre che di forte stima professionale e personale) pur nelle
differenze politiche che mai devono incidere questi rapporti, a Salerno
potrà cambiare il modo di fare associazione, potremmo avvicinare i giovani e
i meno giovani, potremmo affrontare e risolvere i problemi e vedrete come,
una volta colto questo cambiamento, una volta mitigato il clima, anche a
Salerno le nostre assemblee saranno piene di colleghi desiderosi di offrire
il proprio contributo al miglior funzionamento del nostro ufficio e al
nostro stesso modo di essere Magistrati. Grazie a tutti.

La segreteria collegiale

Pietro Indinnimeo segretario distrettuale

Stefano Berni Canani componente

Ornella Dezio componente

Mariagrazia Pisapia componente

Angelo De Angelis componente

 
 
 
 
 
 

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