A seguito della recente pronuncia del Tribunale di Locri stiamo assistendo, come già avvenuto pochi giorni fa con la pronuncia della Corte di Appello di Palermo, a reazioni scomposte, che sfociano in attacchi personali nei confronti dei magistrati che hanno emesso quelle sentenze.
Siamo magistrati, e siamo consapevoli del fatto che le nostre decisioni sono necessariamente destinate a scontentare qualcuno e spesso suscitano turbamento. Abbiamo assunto sulle nostre spalle -con convinzione- il fardello della decisione, ma non vogliamo che venga appesantito ulteriormente dai condizionamenti della politica, da qualunque parte provengano.
Nello stato di diritto la magistratura rende conto all'opinione pubblica delle sue decisioni attraverso le motivazioni, che possono essere lette da tutti, criticate, e, ovviamente, impugnate, ma che devono essere il punto di partenza di ogni discussione.
Rifiutiamo di prestare il fianco, quindi, a qualunque critica preconcetta, che non sia basata sull'esame dei motivi delle decisioni, che ancora non sono stati resi noti, e rifiutiamo ancora di più gli attacchi mirati alla persona dei singoli magistrati, invece che alle ragioni dei loro verdetti.
Sono metodi propri di un certo modo di fare politica, che non ci appartengono e dai quali prendiamo distanza con forza.
Roma 2 ottobre 2021
Magistratura Indipendente