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Per una nuova ANM

 venerdì, 4 dicembre 2020

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Dopo un periodo di forte lacerazione tra le varie componenti dell’associazionismo giudiziario ritenevamo fondamentale ricostituire, con il rinnovo del comitato direttivo, un complesso di idee e valori condivisi che potesse consentire di avviare un progetto di rilancio dell’azione dell’ANM.

Abbiamo da subito chiarito che per noi la questione morale rappresenta una precondizione per l’avvio di un nuovo percorso, rimarcando che, dal nostro punto di vista, essa fosse stata declinata con modalità troppo sbrigative e, ciò che più conta, in modo assolutamente riduttivo, dovendosi invece approfondire le cause della degenerazione, così da poter individuare, con le altre componenti associative, i più efficaci rimedi ad un fenomeno, quello del c.d. correntismo, che ha riguardato tutta la magistratura associata. Abbiamo proposto, quindi, di affrontare, con coraggio e determinazione, i due nervi scoperti di quel fenomeno: T.U. dirigenza e sistema elettorale del CSM.

Abbiamo evidenziato inoltre l’assoluta necessità che l’ANM dismetta le improprie vesti di soggetto politico e torni finalmente ad occuparsi anche dei temi sindacali di grande interesse per i colleghi.

Tali obiettivi credevamo fossero da tutti condivisi.

Constatiamo purtroppo che il proposito di costituire una GEC davvero unitaria si è rivelato, ad oggi, inattuabile per l’aprioristico rifiuto di alcuni gruppi o componenti a fornire un qualunque contributo per rinnovare, con assunzione di comune responsabilità, l’azione associativa.

Ne è stata prova eloquente la vicenda legata all’istituzione del tavolo di lavoro per l’elaborazione di una sintesi programmatica, cui si sono sottratti la Lista101 e A&I, quest’ultima addirittura auto-relegatasi al singolare ruolo di “osservatrice vigile”.

Il senso di responsabilità che ci anima e la determinazione con cui intendiamo portare avanti un progetto nuovo per l’ANM ci hanno condotto, nell’interesse delle migliaia di colleghi che operano negli uffici giudiziari con difficoltà crescenti, da ultimo aggravate dall’emergenza sanitaria, a non escludere aprioristicamente strade diverse da quelle della GEC unitaria, nella cui ottica soltanto il tavolo di lavoro era stato da noi inizialmente concepito.

Siamo determinati a proseguire nel dialogo con chi era (o almeno appariva) disponibile con il proposito di giungere a una “mediazione alta”, senza porre pregiudiziali che non siano beninteso strettamente legate al progetto di rinnovamento che intendiamo proporre e al quale non vogliamo rinunciare. Un progetto che, concentrandosi su un programma inclusivo, espressione delle diverse anime dell’associazionismo giudiziario, deve esprimere efficacemente la linea del rinnovamento con interventi mirati e concreti.

In questa prospettiva crediamo necessario, per realizzare una virtuosa sintesi delle diverse sensibilità dei potenziali partner di coalizione, dare all'ANM un volto nuovo che costituisca rappresentazione, anche esteriore, del comune progetto.

Manifestiamo, a riguardo, massima disponibilità ad accogliere dal gruppo di maggioranza relativa qualsiasi indicazione, purché essa sia in grado di riflettere, e fedelmente interpretare, le esigenze di novità di questa nuova fase associativa; siamo altresì pronti ad assumere in mancanza, ove occorra, la responsabilità della guida dell’Associazione se ciò potesse aiutare a superare l’assurda situazione di impasse in cui ci troviamo.
Con questi sentimenti ci apprestiamo ad affrontare la prossima riunione del comitato direttivo.
Roma, 4 dicembre 2020

I componenti del CDC per Magistratura Indipendente e Movimento per la Costituzione

Cecilia Bernardo- Salvatore Casciaro- Chiara Gagliano- Enrico Infante-Raffaella Marzocca- Ilaria Perinu- Maria Cristina Ribera- Antonio Sangermano- Michaela Sapio- Ugo Scavuzzo

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