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Piero Calamandre​i ,unicità della giurisdizi​one, e riforme della giustizia di G.Corasani​ti

 domenica, 13 marzo 2011

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Sicuro di fare cosa gradita a molti desiderosi più di informarsi e di meditare consapevolmente più che di “prendere posizione ”  subito pro o contro le  riforme   ,e soprattutto di contribuire ad un dibattito più sereno e completo  sulla riforma  possibile ,vi allego uno splendido articolo di Augusto Barbera per l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti del 2006  sul progetto di riforma pensato da Piero Calamandrei .
 
In sostanza Calamandrei  vedeva i due ruoli (requirente e giudicante) autonomi finanziariamente e organizzativamente e entro un preciso (e forte) contesto di “unicità della giurisdizione” che ricomprendeva cioè anche la giustizia amministrativa (Corte dei Conti e Consiglio di Stato) ,autonomia e autogestione finanziaria concepite addirittura con riserva di legge costituzionale .
 
Calamandrei vedeva nel rapporto col Parlamento (e non col Governo) un equilibrio istituzionale nel quale al magistrato era preclusa l’attività politica diretta ,ma era garantito  uno status di indipendenza funzionale al libero esercizio della giurisdizione vista come tutela effettiva dei diritti costituzionali.
 
Inutile sottolineare che per Calamandrei l’autogoverno era un corollario preciso  dell’indipendenza dei magistrati (tutti )  proprio per garantire ai Magistrati la indipendenza dal potere esecutivo .
 
Ai magistrati (ordinari ed amministrativi quindi) va non soltanto garantita l'inamovibilità dal posto, dal grado, dalla sede prevedendo anche  in un quadro di riserva di legge costituzionale e di autonomia finanziaria - come fanno, precisa proprio, le Camere con i propri uffici di presidenza - attraverso un Consiglio superiore della Magistratura e attraverso appositi Consigli giudiziari regionali ,nel disegno di Calamandrei si badi il CSM era composto solo ed esclusivamente da magistrati (ovviamente anche amministrativi e contabili ,senza esterni) .
 
 
Chi vuole può anche rileggersi  il dibattito in Assemblea Costituente  :
http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/commissione/sed025/sed025nc.pdf#page=4&zoom=95,0,70
http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/commissione/sed025/sed025nc.pdf#page=5&zoom=95,0,70
http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/commissione/sed025/sed025nc.pdf#page=6&zoom=95,0,70
http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/commissione/sed025/sed025nc.pdf#page=8&zoom=95,0,70
 
Ironicamente era commentata l’unica proposta (socialista) di elezione diretta dei giudici vale a dire " il completo asservimento della giustizia alla politica”.
 
Scriveva bene Calamandrei che  “  la Costituzione non è una macchina che, una volta messa in moto, va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo, una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica".
 
Chi cita oggi Calamandrei conosce davvero e fino in fondo,  le sue tesi ?

 

Calamandrei e l'ordinamento giudiziario: una battaglia su più fronti

 
 
 
 
 
 

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