PREMESSA
Intendiamo rappresentare, con una proposta innovativa e ricercando una larga convergenza nell’attuale difficile congiuntura dell’associazionismo giudiziario, l’intero contesto di valori della magistratura moderata, perché il nostro modo di stare nell’ANM, e concepirne il ruolo e l’operato, riflette l’immagine di un magistrato dai contorni ben definiti.
Un magistrato in grado di farsi interprete, il più possibile – nella quotidiana attività di individuazione del significato della norma, e di applicazione di esso al caso concreto – non del proprio personale sistema di ideali e valori, ma di quello che risulta, nel singolo contesto, dalle legittime opzioni degli organi della rappresentanza politica, che devono essere rispettate e non travisate. Questo non è conformismo giudiziario, non è una modalità burocratica di intendere il lavoro, ma consapevolezza delle reciproche sfere di attribuzioni. Se poi il comando legislativo sembra contrastare con norme e principi della Carta, esiste certo il rimedio dell’interpretazione conforme (che non può però diventare l’alibi per operare palesi distorsioni di un dettato normativo univoco, ancorché non sintonico con le individuali vedute dell’interprete) e, altrimenti, la via maestra da percorrere, l’unica consentita, è quella di sollevare l’incidente di costituzionalità.
Il magistrato “moderato” è colui che incarna siffatto stile di condotta, che costituisce una declinazione del concetto di terzietà della funzione giurisdizionale rispetto alla cura concreta degli interessi della collettività, che spetta alla Politica.
E’ magistrato moderato chi riconosce alla Politica tale primato nel suo settore, e cerca di non farsi condizionare nel suo operato dalla propria individuale visione delle cose e del Mondo.
E’ magistrato moderato chi, se pure pensa che il Mondo conosca diseguaglianze e ingiustizie, ritiene altresì che non sia l’attività giudiziaria, ma quella politica, primariamente deputata ad elaborare ed attuare le trasformazioni della società reputate allo scopo necessarie.
E’ magistrato moderato chi non si reputa investito di alcuna missione salvifica, ma del compito, peraltro fondamentale, di attuare i diritti secondo i precetti dell’ordinamento, letti alla luce della Costituzione.
E’ magistrato moderato, ancora, chi non attribuisce alcuna superiorità morale a sé, o alla parte della magistratura più vicina alle proprie sensibilità e ai propri orientamenti, non pensa di possedere la Verità, rifugge da visioni unilaterali e integraliste e si sforza di coltivare sempre l’arte del dubbio.
Di un magistrato di questo tipo c’è grande bisogno.
Le imminenti elezioni per il C.D.C, mettono a confronto diverse visioni della giurisdizione e del ruolo di giudice, e possono –anzi, debbono- rappresentare, per l’associazionismo giudiziario tutto, un importante momento di riflessione e di scelta.
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venerdì, 18 settembre 2020
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