Magistratura Indipendente ha raccolto le firme per la convocazione di un’assemblea generale straordinaria dell’Associazione Nazionale Magistrati per consentire ai magistrati di decidere direttamente le iniziative più adeguate ad esprimere il diffuso malcontento rispetto alle ultime iniziative normative e per formulare alcune proposte concrete per superare il grave disagio vissuto quotidianamente nell’espletamento dell’attività professionale.
I recenti interventi normativi in tema di ferie (realizzato, peraltro, con decreto-legge) e di responsabilità civile hanno umiliato i magistrati, anche perché accompagnati da giustificazioni false e demagogiche.
I magistrati sono ormai stanchi: dopo le delegittimazioni verbali si è passati ormai alle delegittimazioni attraverso interventi normativi dal carattere punitivo.
Finora la reazione dell’ANM è stata, a nostro parere, timida e inadeguata.
Per questi motivi proponiamo l’adozione di iniziative di protesta più efficaci, che rappresentano la testimonianza di una reazione forte e allo stesso tempo costituiscono il modo per rivendicare condizioni di lavoro più dignitose e per migliorare il nostro status a beneficio del responsabile esercizio della giurisdizione.
Magistratura Indipendente sottopone agli associati proposte alternative e/o concorrenti, da adottarsi anche sulla base del consenso che si manifesterà in assemblea, con la consapevolezza che alcune delle iniziative suggerite potranno essere adottate solo in caso di forte e diffusa condivisione.
COSA VOGLIAMO PER IL FUTURO
R.C. E ASSICURAZIONE
Preso atto della riforma R.C., e della recente e insoddisfacente proposta Marsh veicolata dalla Gec, occorre un serio studio della polizza assicurativa e non una mera attività di ricontrattazione con Marsh, che non pare offrire coperture assicurative realmente migliori rispetto a quelle già garantite in sede locale da altre compagnie di assicurazione.
I punti critici della formula assicurativa in atto sono:
1) la libera facoltà di recesso dell’assicuratore, che espone il magistrato, in caso di plurimi “sinistri” (del tutto plausibili alla luce della riforma), al rischio di assenza di tutela;
2) l’adozione del sistema claims made, in forza del quale vengono coperti i sinistri denunciati durante la vigenza del contratto, il che non è particolarmente sicuro, atteso che in caso di mancato rinnovo della polizza (e pure in caso di recesso da parte dell’assicuratore) il magistrato si troverebbe senza copertura assicurativa nonostante pluriennale corresponsione del premio. A quanto esposto va aggiunto
3) il fatto che il costo crescente del premio incide sul singolo magistrato.
Tali criticità devono essere oggetto di contrasto da parte dell’ANM, conducendo un’azione ad ampio raggio (con trattativa con compagnie assicurative e con il Governo) volte a:
1) contrattare limitazioni della facoltà di recesso da parte dell’assicuratore, eventualmente con la stipulazione di polizza collettiva (in cui, insomma, si assicura la categoria, ad esempio degli associati ANM);
2) prevedere forme di permanenza della copertura assicurativa nonostante eventuale recesso, per eventi fonte di responsabilità verificatisi nel periodo di vigenza del contratto (id est di pagamento del premio); i contratti in essere non sono in alcun modo chiari sul punto e il rischio è, in caso di recesso, di trovarsi del tutto scoperti da assicurazioni per gli anni pregressi (grande limite intrinseco del regime risarcitorio “claims made”, ormai tipico delle polizze di copertura della responsabilità professionale);
3) richiedere al Governo forme di piena defiscalizzazione dei premi assicurativi pagati, ovvero la diretta assunzione da parte pubblica del costo di assicurazione.
R.C. E PROCESSO
Non è sufficiente la già decisa attività di monitoraggio della “prima applicazione” della nuova normativa; occorre fin d’ora predisporre concrete misure organizzative, da parte della Gec, volte ad elaborare linee di tutela, individuali e collettive, anche al fine di denunciare i profili di illegittimità costituzionale.
CARICHI ESIGIBILI
Deve sgombrarsi il campo da equivoci terminologici e concettuali in materia di carichi esigibili: un serio esercizio della giurisdizione che non voglia dare sponda a derive difensivistiche, ma neppure soccombere a infondati timori di burocratizzazione (che paiono essere solo lo spauracchio agitato da chi teme il cambiamento e pecca di astrattismo rifiutando di confrontarsi con la realtà degli uffici giudiziari), ha il proprio strumento imprescindibile di realizzazione nell’individuazione - svincolata dai flussi in entrata in ciascun ufficio giudiziario - del numero massimo/adeguato di procedimenti/provvedimenti/udienze che, per le diverse funzioni giudiziarie, può essere richiesto al magistrato cui si voglia consentire studio, preparazione, serio esercizio della propria attività.
In particolare il carico esigibile e lo standard di rendimento/produttività devono coincidere con eliminazione dei cluster, della rincorsa statistica e degli standard al buio e quindi:
a) il carico esigibile deve rappresentare il limite oltre il quale non si può chiedere uno standard di produttività maggiore al giudice;
b) il numero massimo di sentenze e fascicoli per anno deve essere chiaro e conosciuto da subito dal magistrato e quindi devono evitarsi gli standard al buio;
c) chi rispetta il carico esigibile, quindi, rispetta lo standard per definizione;
d) il carico esigibile deve rappresentare il confine con la responsabilità della politica e del Ministero della Giustizia: entro il carico risponde il magistrato, oltre il carico risponde il Ministero della Giustizia perché non è in grado di organizzare il servizio giustizia;
e) numeri davvero “pregnanti e ragionevoli” che ANM, ove il CSM non provveda rapidamente, deve indicare in tempi rapidi e preventivamente dichiarati, rinunciando ai vuoti ideologismi, aziendalisticamente colorati, degli standard di rendimento e dei carichi esigibili come fino ad ora intesi.
Si chiede quindi che l’ANM proponga immediatamente al CSM la modifica, alla luce di quanto esposto, della circolare sui cd “ carichi esigibili” stabiliti ai fini dei piani di smaltimento di cui all’art. 37 della L.98/2011.
TUTELA DELLA MALATTIA
La struttura della retribuzione dei magistrati deve cambiare, non essendo più accettabile che la fittizia tripartizione stipendiale in essere determini il desolante vuoto di tutela imposto ai magistrati in caso di malattia (personale o di figli minori).
Occorre una tutela piena della malattia dei magistrati sia sotto il profilo economico (è inaccettabile la perdita di alcuna percentuale della propria retribuzione in caso di malattia), sia sotto il profilo ordinamentale (dovendosi prevedere l’espressa sospensione di ogni tipo di termine durante il corso della malattia, nonché meccanismi compensativi che impediscano l’accumularsi di lavoro, in danno del magistrato, durante la malattia): così come le ferie, anche la degenza per malattia deve concretare periodo di riposo effettivo e senza costi diretti o indiretti.
FERIE E TERMINI
Ove il CSM non abbia già in tal senso provveduto, occorre operare per modifiche della normazione primaria e secondaria che prevedano la non fissazione di udienze nei 10/15 giorni antecedenti e successivi al periodo di sospensione feriale dei termini, e/o ai periodi di concreta fruizione da parte dei magistrati di ferie per un numero di giorni maggiore di 10/15 consecutivi.
In correlazione alla decisa riduzione del periodo di ferie, va espressamente riconosciuta la facoltà per il magistrato di godere delle proprie ferie in qualsiasi periodo dell’anno (salvo l’opportuno coordinamento interno agli uffici), e pure per singole giornate, senza necessità di cumuli obbligatori, dovendosi una volta per tutte (e a maggior ragione nell’era del processo telematico) riconoscere che il magistrato lavora indipendentemente dallo svolgimento di un’udienza.
Va altresì richiesta la previsione di riposi compensativi per le attività di turno espletate in giorni festivi o per i turni superiori ad un certo numero di ore.
DEFISCALIZZAZIONE
Le ormai ultraventennali richieste di implementazione di risorse umane e materiali, necessarie per il serio svolgimento della funzione giurisdizionale, non sono più opportune: l’ANM sul punto non può che limitarsi all’amara constatazione del perdurante inadempimento governativo al dovere, imposto dalla costituzione ma prima ancora dalla logica, di assicurare i mezzi necessari al funzionamento della macchina della giustizia.
In questo ambito, alla luce dei sempre maggiori doveri di autoformazione, e pronta dotazione tecnica, che inevitabilmente incombono sui magistrati, l’ANM deve invece chiedere con forza misure di defiscalizzazione che consentano ai magistrati di provvedere rapidamente e in autonomia, al reperimento delle ulteriori dotazioni cognitive, informatiche, tecniche, che ciascuno liberamente ritenga utili allo svolgimento del proprio lavoro, senza dover sottostare a macchinose procedure centralizzate.
In questo senso la defiscalizzazione (sub specie detrazione totale fino a una somma x annuale) degli acquisti di materiale giuridico (codici, riviste, libri) e informatico (pc, monitor, software, hardware complementare) effettuati da parte del magistrato, è riforma di facile e rapida realizzazione, che peraltro consentirebbe una doverosa equiparazione operativa alle analoghe facilitazioni già previste per l’avvocatura.
STRUTTURE, RISORSE E ORGANICO
Occorre domandare con forza:
1) la copertura costante e rapida degli organici della magistratura;
2) la definizione ragionata ed efficiente degli organici degli uffici giudiziari, ancora ferma nonostante la riforma della geografia giudiziaria e fonte di ulteriori inefficienze e diseguaglianze;
3) la riqualificazione e formazione permanente del personale amministrativo in servizio e l’assunzione di nuovo personale in misura adeguata alle aumentate esigenze di lavoro del settore;
4) un canale preferenziale di reperimento delle necessarie risorse, destinando interamente al settore giustizia le ingenti somme recuperate attraverso il Fondo Unico Giustizia.
INSEGNAMENTO GIURIDICO-SCIENTIFICO
Richiesta di una piena libertà di insegnamento giuridico-scientifico, compatibile con l’adempimento dei doveri d’ufficio.
PROCESSO TELEMATICO E TUTELA DELLA SALUTE DEI MAGISTRATI
In relazione all’ormai avanzato stato di realizzazione del processo telematico, è necessario prevedere anche per i magistrati ogni tutela necessaria a garantire il diritto alla salute, in ossequio alle disposizioni già vigenti per i lavoratori che utilizzano i video-terminali.
COME L’ANM DEVE SUPPORTARE QUESTE RICHIESTE
Le istanze evolutive sopra delineate vanno supportate e perseguite in unità da tutti i magistrati, con la triste ma doverosa presa d’atto della assoluta improduttività delle strategie associative adottate negli ultimi anni.
L’attività di informazione dei cittadini e degli addetti al settore, l’orgoglioso rivendicare quanto di buono fino ad ora realizzato, il possibile scambio istituzionale di sensibilità e informazioni, può e deve continuare ma non è più sufficiente.
Occorre un consapevole cambio di registro, ove a tempi certi nel percorso delle rivendicazioni corrispondano certe conseguenze operative.
Voglia pertanto l’assemblea dare mandato agli organi associativi operativi di
a) individuare la data a partire dalla quale, in difetto di riscontro alle rivendicazioni sopra delineate, venga deliberata la CESSAZIONE - per periodi significativi da individuare - DELLE ATTIVITÀ DI SUPPLENZA SVOLTE DAI MAGISTRATI, dando mandato alla GEC per la loro specifica individuazione relativa a ciascuna funzione; nella consapevolezza del fatto che, ove detta attività non fosse configurabile nei vari settori di esercizio della giurisdizione, la condotta di protesta sarà attuata nei settori ove essa è possibile in rappresentanza, e con la dichiarata adesione pubblica, dell’intera magistratura (sul punto, peraltro il CDC già in data 22 febbraio ha deliberato di procedere alla ricognizione delle predette attività di supplenza e si confida nella circostanza che tale attività sia conclusa prima dell’Assemblea generale straordinaria, rammaricati dalla circostanza che tale ultima attività di ricognizione poteva e doveva essere svolta sin dal CDC del 20.12.2014 quando veniva rifiutata la nostra richiesta di uno sciopero bianco);
b) disporre, in caso di assenza di qualsiasi positiva interlocuzione concreta, l’astensione dall’attività giurisdizionale da parte dell’intera magistratura, nella misura consentita dal codice di autoregolamentazione, dando mandato alla GEC di individuare le opportune date.
Magistratura Indipendente è disponibile a valutare sia eventuali ulteriori iniziative di protesta sia ulteriori rivendicazioni per migliorare la qualità e la dignità del lavoro dei magistrati che dovessero essere proposte in sede di Assemblea Generale.
Chiediamo una risposta forte e unitaria dell’Associazione Nazionale Magistrati: i magistrati sono stanchi di essere umiliati e sono frustrati per le condizioni di lavoro nelle quali sono costretti a svolgere quotidianamente la loro attività.
In mancanza di una risposta unitaria o quantomeno largamente condivisa da parte di un’assemblea fortemente partecipata e reale espressione della maggioranza degli associati, si chiede l’indizione di un referendum consultivo tra tutti gli associati in via di urgenza al fine di consultare gli iscritti sull’opportunità di iniziative forti di protesta, inclusa l’astensione dalle udienze.
Il gruppo di Magistratura Indipendente