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Quousque tandem abutere, Area, intellegentia nostra?

 martedì, 9 novembre 2021

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Comunicato del Gruppo di Magistratura Indipendente

Ci chiedevamo, fino a oggi, come mai Area Democratica per la Giustizia (Area-DG) mostrasse tanta noncuranza per la riforma del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura.
È stato, infatti, l’unico Gruppo del panorama associativo che, finora, non aveva manifestato apertamente come la pensava al riguardo.
L’unico gruppo facente parte della coalizione di governo dell’Associazione Nazionale Magistrati, del quale esprime addirittura il presidente, che aveva inopinatamente disertato le consultazioni ufficiali con la Ministra Cartabia.
Il Presidente dell’ANM ha fissato all’ordine del giorno dell’ultimo Consiglio Direttivo Centrale dei 6-7/11/2021 la questione della riforma elettorale del CSM, ma il suo gruppo di riferimento, sorprendentemente, non ha presentato alcuna mozione.

Oggi, leggendo il comunicato di Area-DG, scopriamo che coltivano una viva predilezione per la proposta della Commissione Luciani sul voto singolo trasferibile, che viene indicata addirittura come “l’unico sistema in grado di ridimensionare in modo consistente il peso delle correnti e restituire piena libertà alla scelta degli elettori”.
Gridano addirittura allo scampato pericolo, perché la nostra mozione “fortunatamente non è divenuta la mozione ufficiale dell’ANM” e osservano che, con il convergente supporto delle altre due rappresentanze di Autonomia e Indipendenza e Articolo 101, avremmo voluto “mantenere il sistema elettorale vigente” caratterizzato da “poche candidature espresse evidentemente dall’alto”.
 
Questa la motivazione per la quale Area-DG avrebbe votato, invece, la mozione a favore del voto singolo trasferibile presentata da Unità per la Costituzione (Unicost): una scelta che riproduce un’alleanza strategica che si propone ormai costantemente fino a convergere, guarda caso, su un sistema elettorale che ha, come unica prerogativa, quella di consentire proprio le alleanze e le “cordate” tra i Gruppi associativi, amplificando il peso delle correnti e condizionando il voto con modalità ancor più controllabili delle attuali.
Ma la commedia non può proseguire oltre: ci spieghino i colleghi di Area perché, insieme a noi, abbiano fatto argine in CDC proprio Autonomia e Indipendenza e Articolo 101, le componenti associative maggiormente interessate a una composizione del CSM che rispecchi veramente un criterio di proporzionalità.
 
Restiamo fermamente convinti che il sistema del voto singolo trasferibile, così come delineato dalla Commissione Luciani, purtroppo agevola la realizzazione di patologiche
aggregazioni di interessi, invece di ostacolarle, e questa nostra convinzione è fondata su solidi argomenti.
Il sistema in questione consente al candidato più votato di trasferire il suo surplus di voti sui candidati che sono indicati nella stessa scheda elettorale come seconde e terze preferenze.
Col voto singolo trasferibile, infatti, l’elettore, anziché esprimere una scelta secca, ordina le proprie preferenze secondo una graduatoria, che verrà utilizzata in sede di assegnazione dei seggi qualora – come il più delle volte accadrà – non sia possibile attribuire tutti i seggi sulla base dei primi voti.
Col voto singolo trasferibile, infatti, le preferenze in eccesso ottenute dai candidati eletti vengono trasferite agli altri candidati secondo l’ordine indicato nella scheda elettorale, facilmente pianificabile ex ante e pienamente verificabile ex post.
Non ci si dica che l’ordine delle preferenze non sia pienamente controllabile dalle correnti, mediante accordi fondati sullo scambio delle seconde e terze preferenze: una mano lava l’altra e tutte e due… garantiscono l’elezione, anticipando al momento del voto quegli accordi che, come abbiamo purtroppo visto, hanno condizionato gravemente e in modo palese le scelte del nostro organo di autogoverno, rendendo ancora più solidi e inscalfibili quegli accordi.
Il sistema del voto singolo trasferibile, purtroppo, non solo si presta alla creazione di solide “cordate”, ma può costituire addirittura strumento di controllo del voto, laddove sia applicato in un contesto di collegi elettorali di dimensione medio-piccola, come pure sembra intravedersi.
Ecco perché restiamo della ferma convinzione che il sistema tanto prediletto da Area – DG si presta ad agevolare la realizzazione di patologiche aggregazioni di interessi, incentivando accordi che potrebbero condurre a effetti distorsivi e a un risultato elettorale tale da escludere dal CSM la pluralità di idee che caratterizza il panorama della magistratura italiana e ne rappresenta la ricchezza, facendo sì che la quasi totalità degli eletti risulti espressione di una sola parte (e ci chiediamo ancora quale?!?) della Magistratura.
Questo lo abbiamo capito noi, lo hanno ben compreso i colleghi di Autonomia e Indipendenza e di Articolo 101, e siamo convinti che lo capiranno benissimo tutti i magistrati italiani, nel cui interesse cerchiamo di operare con il massimo dell’onestà intellettuale.
Consentiteci, ancora, di aggiungere un dettaglio, non secondario.
Il documento che abbiamo proposto all’ultimo CDC non esprimeva soltanto la contrarietà al voto singolo trasferibile, ma ulteriori fondamentali richieste:
-la contrarietà al ballottaggio, anch’esso strumento di accordi di desistenza tra gruppi;
-la contrarietà a collegi troppo piccoli, specie se binominali, perché impediscono una rappresentanza proporzionale e amplificano la controllabilità del voto;
-la richiesta di un sistema che preveda un ampio numero minimo di candidature con adeguata rappresentanza di genere e un meccanismo oggettivo e predeterminato per integrare le candidature eventualmente mancanti per raggiungere tale minimo o le quote di genere;
-la richiesta della previsione di criteri oggettivi e predeterminati per individuare i singoli collegi, in modo da non demandare tale scelta alla maggioranza che esprime di volta in volta il Governo e da garantire l’omogeneità del numero degli elettori e la continuità territoriale dei collegi.
Nel dibattito al CDC abbiamo sentito vari rappresentanti, anche del gruppo di Area DG, esprimere condivisione rispetto a queste fondamentali e ragionevoli richieste.
Ci chiediamo, quindi, perché Area DG e Unicost abbiano ritenuto di cristallizzare il dibattito solamente sulla questione del voto singolo trasferibile, invece di cercare una sintesi sui punti sui quali si poteva convenire, così lasciando l’ANM priva di qualsiasi voce.
Così facendo, si consentirà che siano altre voci, alcune anche di origine non limpidamente intellegibile, a dettare i contenuti di questa riforma, dalla quale dipende molto del futuro e della credibilità della magistratura italiana.
 
Magistratura Indipendente
 

 

 
 
 
 
 
 

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