Plenum del 5 marzo 2020
IL CSM E L’EMERGENZA SANITARIA
La settimana è iniziata con la riunione del Tavolo Paritetico Ministero – CSM, fissata su istanza del coordinatore cons. Loredana Miccichè al fine di fare il punto della situazione e mettere a fuoco gli ambiti di un intervento consiliare. A seguito di un incessante lavoro della Settima Commissione (Organizzazione degli Uffici Giudiziari) si è tenuta una seduta congiunta con la Sesta Commissione, competente in materia di proposte normative da avanzare al Ministro della Giustizia. All’esito delle sedute, in un clima di fattiva collaborazione, era stato preparato un testo di delibera che prevedeva, tra l’altro, l’invito al Ministro della Giustizia “di voler valutare l’adozione di misure idonee a fronteggiare l’emergenza sanitaria, estendendo, per il periodo ritenuto necessario, a tutti gli uffici, le disposizioni previste del DL n.9/2020 ( rinvii delle udienze nella cd “zona rossa, adottato il 4 marzo 2020) ovvero estendendo, per il periodo ritenuto necessario, la regolamentazione delle attività giudiziarie nel periodo feriale dei magistrati” . Durante il Plenum, il Cons. Cascini ha espresso contrarietà a che le misure di rinvio delle udienze ordinarie e non urgenti riguardassero tutti gli uffici giudiziari, dubitando anche della eccessiva ingerenza del CSM nei poteri dell’autorità politica. Stesse considerazioni sono state espresse dal Procuratore Generale e dal Cons. Di Matteo. E’ seguita una interruzione al fine di trovare una soluzione unanime, fortemente indicata dal Vice presidente. Il testo è stato quindi emendato nel senso che l’invito al Ministro era di estendere non a tutti gli uffici, ma agli uffici ove si manifesti un rischio di contagio, eventualmente le disposizioni previste del DL n.9/2020 ( rinvii delle udienze nella cd “zona rossa, adottato il 4 marzo 2020) ovvero estendendo, per il periodo ritenuto necessario, la regolamentazione delle attività giudiziarie nel periodo feriale dei magistrati”.
Pur non ritenendo che vi fosse ingerenza eccessiva nelle attribuzioni della autorità politica (ai sensi dell’art. 10 della legge istitutiva del CSM il Consiglio può rivolgere proposte di intervento normativo al Ministro, e quindi si trattava di una prerogativa spettante al CSM) e ritenendo, invece, che la sospensione dell’attività dovesse riguardare tutto il territorio nazionale, abbiamo comunque votato la delibera, valutando più importante l’adozione di un intervento consiliare piuttosto che il silenzio dell’Istituzione in questo momento di emergenza nazionale.
E siamo lieti che l’Autorità politica sia poi intervenuta con il Decreto legge pubblicato ieri sera proprio nel senso auspicato in prima battuta dalla proposta delle Commissioni consiliari, che avevano chiesto la sospensione dell’attività giudiziaria non solo negli uffici già coinvolti dai contagi, ma in tutto il territorio nazionale.
PLENUM DEL 4 MARZO 2020 - QUINTA COMMISSIONE – INCARICHI DIRETTIVI E SEMIDIRETTIVI
E’ stato nominato il Procuratore della Procura della Repubblica di Roma.
Come è noto, dato il risalto sulla stampa nazionale, all’esito del ballottaggio tra Franco Lo Voi e Michele Prestipino è stato nominato Michele Prestipino con 14 voti (Cascini, Suriano, Zaccaro, Dal Moro, Chinaglia, Davigo, Marra, Pepe, Mancinetti, Grillo, Ciambellini, Salvi, Benedetti, Gigliotti). Lo Voi ha ottenuto 8 voti (Donati, Lanzi, Cerabona, Cavanna, Mammone, Miccichè, D’Amato, Braggion) .
Durante la discussione in plenum, il Gruppo di Area ha espresso il proprio rammarico perché non si era trovata una soluzione condivisa.
In proposito, come abbiamo già ribadito, il voto per Francesco Lo Voi ci era sembrato proprio quello che andasse incontro ad una soluzione condivisa, dal momento che Area aveva precedentemente votato per il predetto candidato e nella commissione del 7 gennaio non aveva votato per Michele Prestipino , astenendosi. Si legge nel Diario del Consiglio del 24 maggio 2019 : “ il cons. Suriano ha formulato la proposta di nomina per il dott. Francesco Lo Voi, procuratore della Repubblica di Palermo.Anzitutto perché ci sembra quella più rispettosa delle prescrizioni contenute nel testo Unico della Dirigenza Giudiziaria. Infatti, il dott. Lo Voi è l’unico a vantare il positivo esercizio di funzioni direttive in una procura distrettuale di dimensioni paragonabili a quelle dell’ufficio capitolino e che, in tale veste, ha maturato rilevanti esperienze nella trattazione di procedimenti relativi a reati indicati dall’art. 51 comma 3 bis cpp (art. 32 lett. B) del TU sulla dirigenza); è l’unico ad aver esercitato funzioni giudiziarie in tutti e tre e i gradi di giurisdizione, è l’unico che ha esperienza di cooperazione giudiziaria internazionale avendo rappresentato l’Italia in Eurojust. Requisiti cui si accompagna indubbiamente una qualificata conoscenza ordinamentale frutto del mandato di Consigliere del CSM svolto tra il 2002 e il 2006.”
Senza nulla togliere all’indiscusso valore dei candidati precedentemente proposti (Marcello Viola e Giuseppe Creazzo, titolari di incarichi direttivi), ci troviamo d’accordo con queste considerazioni, che sono le stesse ad aver sorretto la attuale proposta di nomina per Francesco Lo Voi che è anche il più anziano dei candidati. E ciò, come detto, proprio nello sforzo della tanto desiderata soluzione unanime. Non comprendiamo le ragioni che hanno condotto ad una valutazione diversa e quindi ad abbandonare la così auspicata proposta condivisa.
In proposito, nessuna influenza può essere ascritta ai noti “fatti di maggio”, posto che il dott. Lo Voi non è stato mai neppure menzionato (se non incidentalmente ed in positivo) dalle cronache giornalistiche; nessuna rilevanza decisiva hanno i risultati delle audizioni, in cui – senza voler sminuire il dott. Prestipino, che ha tenuto una audizione altamente positiva – il dott. Lo Voi ha dato prova delle brillanti conoscenze tecniche ed ordinamentali con riferimento all’ufficio da ricoprire; nessuna rilevanza possono avere, dal punto di vista tecnico, i fatti successivi alla vacanza del posto, in base alle regole vigenti ( e quindi la positiva reggenza dell’ufficio da parte del Dott. Prestipino).
Attualmente, non è consentita una scelta diversa da quella basata dalle regole tecniche fissate dal vigente Testo Unico: ogni altra considerazione non ci è data.
E dunque, come ampiamente ribadito nelle motivazioni, non è sostenibile che – pur senza sminuire le doti umane e professionali del dott. Prestipino – colui che vanta come bagaglio professionale solo incarichi semidirettivi, e quindi il mero coordinamento di un gruppo di una decina di sostituti, possa essere preferito al titolare di un incarico direttivo, esercitato con brillanti risultati attestati e documentati da oltre 5 anni, di una procura composta da 70 sostituti, protagonista della lotta alla criminalità organizzata ( sulla prevalenza, quale titolo attitudinale, di un incarico direttivo rispetto al semidirettivo si veda la consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, cfr. CdS n.271/2018; CdS, n.6137/2018). E a ciò si aggiunga il peso e la rilevanza dei cd indicatori generali costituiti dall’esperienza ordinamentale presso il CSM ed Eurojust, particolarmente rilevante per la Procura di Roma, che ha competenze per i reati commessi all’estero in danno del cittadino italiano.
Come abbiamo detto durante il dibattito in Plenum, crediamo fermamente di rispettare il mandato ricevuto dalla Magistratura italiana che rappresentiamo al CSM attenendoci al Testo Unico della Dirigenza giudiziaria e ai principi espressi dal giudice amministrativo.
Saluti ancora più calorosi a tutti, in questo delicato momento di emergenza nazionale.
Loredana Miccichè, Paola Braggion, Antonio D’Amato