Il disegno di legge di riforma della responsabilità civile in discussione alla Camera rappresenta un serio e concreto pericolo per l’indipendenza della magistratura.
I presupposti della responsabilità del magistrato diventeranno vaghi ed incerti, e rischieranno di trasformare l’azione di responsabilità in un ulteriore grado di giudizio, in aggiunta ai tre già esistenti.
È falso che questa riforma venga chiesta dall’Europa: l’Europa chiede solo che lo Stato risponda della violazione del diritto comunitario, non chiede che debbano rispondere anche i singoli magistrati.
Il disegno di legge discrimina addirittura i magistrati, imponendo a loro carico trattenute sullo stipendio superiori a tutti gli altri lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati.
Se questo disegno di legge sarà approvato i magistrati italiani non saranno più liberi di lavorare serenamente e di giudicare secondo coscienza, perché saranno prevaricati dall’esigenza di scongiurare eventuali rischi di azioni a loro carico.
Il rischio concreto è che questa modifica produca fenomeni di "giurisprudenza difensiva", con la paura di decidere laddove vanno a essere toccati interessi di soggetti economicamente forti, così come è già avvenuto nell'ambito dell'esercizio della professione medica con la c.d. “medicina difensiva”.
Con un'importante differenza però: se il medico fa bene il suo lavoro il paziente si salva, il magistrato, invece, non può salvare nessuno. Le sue decisioni causano comunque delle conseguenze: l'imputato sarà privato della libertà personale se viene condannato, la vittima del reato non avrà giustizia se l'imputato viene assolto, uno dei due litiganti avrà comunque torto in un giudizio civile.
Lord Denning MR, nella famosissima sentenza nel caso “Sirros vs. Moore”, che nel 1974 stabilì in Inghilterra il principio della immunità dei giudici dalle azioni di responsabilità civile, principio ancora oggi pienamente valido nel civilissimo Regno Unito, scriveva:
“Se la ragione che giustifica questa immunità è di assicurare che essi possano essere liberi nel pensiero ed indipendenti nel giudizio, allora tale immunità si deve applicare a tutti i giudici, quale che sia il loro grado.
Ognuno dovrebbe essere protetto dalla responsabilità per danni quando agisce nell'esercizio delle funzioni giudiziarie.
Ognuno dovrebbe essere in grado di svolgere il suo lavoro in completa indipendenza e libero da paura.
Egli non dovrà girare le pagine dei suoi libri con dita tremanti chiedendosi: "se decido in questo modo potrò essere chiamato in giudizio per risarcire i danni"?
Finché egli svolgerà il suo lavoro nella onesta convinzione di esercitare la giurisdizione allora non dovrà essere sottoposto ad azioni legali per il suo lavoro.”
Queste considerazioni non hanno tempo: l’immunità giudiziale della magistratura non è un odioso ed ingiusto privilegio, è un baluardo per garantire l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, e per garantire loro di essere giudicati da un giudice che non debba temere conseguenze se da torto al più forte e ragione al più debole.
Occorre prendere atto del fatto che le forme di reazione adottate dall’A.N.M. negli scorsi mesi non hanno sortito alcun concreto effetto.
Magistratura Indipendente chiede ora di adottare iniziative efficaci quali l’astensione permanente dall’attività di supplenza, svolte quotidianamente da ogni magistrato e, ove necessario, di proclamare una giornata di sciopero per garantire alla collettività un giudice autonomo ed indipendente, come prescrive la Costituzione, che sappia preservare l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Magistratura Indipendente, pertanto, chiede la convocazione urgente del C.D.C. dell’A.N.M. affinché si decida l’immediata cessazione delle attività di supplenza svolte quotidianamente da ogni magistrato e ove necessario la proclamazione di una giornata di sciopero ed, al contempo, si promuova un incontro col Presidente della Repubblica per esporgli le valutazioni della magistratura, anche in ordine a profili di incostituzionalità, sulla citata proposta di riforma della responsabilità civile.
Il Presidente di M.I. Il Segretario Generale di M.I.
Giovanna Napoletano Antonello Racanelli