Con riferimento alle prossime decisioni del CSM sull’eventuale cessazione dalla carica del cons. Davigo in ragione del suo imminente pensionamento, Magistratura Indipendente rileva che si tratta di questione di carattere strettamente tecnico e non certamente politico.
Del tutto correttamente, dunque, la questione è stata sinora affrontata in base argomenti squisitamente giuridici e non certo correntizi o personali (come surrettiziamente e strumentalmente affermato da certi articoli di stampa).
E’ sufficiente ricordare, infatti, che l’Avvocatura dello Stato, alla quale è stato legittimamente richiesto un parere ex art. 13 del R.D. n.1611/1933 -e cioè in funzione consultiva, complementare alla rappresentanza in giudizio delle Amministrazioni patrocinate, tra cui rientra il CSM- si è pronunciata, con argomenti tecnici, in senso contrario alla permanenza del cons. Davigo nella carica di membro togato del Consiglio.
A sua volta, il Consiglio di Stato, giudice naturale sui deliberati del CSM, ha già espresso a chiare lettere la propria posizione contraria al mantenimento della carica, osservando, in un caso precedente, come il “fatto che il legislatore non abbia espressamente previsto la cessazione dall’ordine giudiziario per quiescenza fra le cause di cessazione della carica di componente del C.S.M. dipende non già da una ritenuta irrilevanza del collocamento a riposo, ma dall’essere addirittura scontato che la perdita dello status di magistrato in servizio, comportando il venir meno del presupposto stesso della partecipazione all’autogoverno, è ostativa alla prosecuzione dell’esercizio delle relative funzioni in seno all’organo consiliare".
Va inoltre considerato che, in caso di permanenza nella carica di un consigliere non più appartenente al ruolo organico della magistratura, il destino della sezione disciplinare rimarrà incerto, per la composizione potenzialmente illegittima o comunque per le sue difficoltà di funzionamento, così come potrà essere messa in discussione la legittimità dei futuri deliberati, specie se adottati con un solo voto di scarto.
Da parte nostra siamo consapevoli che il rispetto delle regole è il primo pilastro di ogni comunità, e che ciò che potrebbe essere dettato dalle convenienze politiche del momento calpesta in realtà i principi fondamentali dell’autogoverno.
Ad altri il peso della decisione sul futuro del CSM, decisione della quale ci si dovrà assumere la relativa responsabilità davanti all’intera magistratura.
Il Presidente Mariagrazia Arena
Il Segretario Paola D’Ovidio